MONOGRAFIA DEL PASOLINI RENZO
Pasolini Renzo
Sottoposto alla revisione di Jack, Livio Lodi, Beauregard
Il "Re senza corona". Un Mito! Un Eroe! Un AntiEroe ! Un Eroe Popolare.
Per molti, tanti, era il Paso.
Per pochi era semplicemente Renzo.
Sì, quello furibondo che poi ti vogliamo campione del mondo. Il Paso che comunque corre e va come un matto. O forse sembra di andare come un matto per la guida scomposta. Forse un po' troppo avanti per quegli anni.
Il Renzo Pasolini, un Romagnolo che migra al Nord, per lavoro. Ma poi torna in Romagna eh, che lontan da te non si può star!
La dipendenza da motori viene dal padre, Massimo, che volente o nolente amava i motori forse ancora di più di Renzo. per avere più informazioni però vi consiglio di rivolgervi in libreria che di libri ne sono stati scritti a bizzeffe.......
Ed ecco la fake news.
Non è Giacomo Agostini il Nostro Paso. Non ha vinto così tanto, nè ha bucato lo schermo con film e fotoromanzi. E di libro ce n'è uno, ed è di Bezzi.
Scritto nel 1975. Con il ricordo del Paso ancora vivido.
Il titolo?
Semplicemente Renzo Pasolini.
Nessuna epopea, o narrazione epica. Poche smancerie romantiche a cui si è abituati oggi, la glorificazione dell'eroe. Ma Eroe lo è stato per davvero. L'Eroe popolare.
O l'anti eroe, quello per cui tifi, fanculo al resto, all'asfalto così così delle strade romagnole della temporada, ai reparti corse mai all'altezza di quello della Meccanica Verghera AGUSTA. Quello che ti prima di gettare la spugna gli da almeno altre quattro strizzate di quelle che la spugna si spacca prima.
L'Anti-Eroe generoso, che lascia la sua Benelli all'eclettico Mike Hailwood a Monza, nel 1968. L'Anti-Eroe che suscitava il fervore popolare soprattutto in Romagna. Le migliaia di tifosi pronti ad identificarsi con il personaggio Paso, quello che vola, che diobò l'asfalto è viscido ma ci proviamo lo stesso. Occhiali spessi, convessi, e due occhi sul casco, che quattro occhi son meglio di due, immagina sei. Ed un sorriso che a me ricorda quello di Villeneuve.
C'è ma nasconde malinconia. una felicità non completa.
Non ha vinto molto Renzo. Ha perso tanto. Per sfortuna, per mancanza di denaro. Per mancanza di sicurezza. Ma nell'elencare le sconfitte è necessario rammentare che non ha mai smesso di provarci., Nonostante le numerose testimonianze che lo volevano pronto al ritiro, "per pensare a dar da vivere a me e ai miei", lui era lì. Magari questa non la vinco, forse nemmeno la prossima, dopo la prossima, sarò di sicuro lì vicino. E se devo darne di più di gas io lo do.
Dall'Aermacchi e dal lago di Schiranna
il riminese arriva fino a Pesaro dalla Benelli a raccogliere il testimone di un pilastro del motociclismo italiano, un certo Tarquinio Provini, pilota che ha fatto della guida pulita il suo manifesto.
Ma Renzo era innovatore e da bravo futurista in perenne movimento per mezza Europa dapprima sgomenta con la guida strana, scomposta. Ma è più redditizia con le potenze ed i pesi che aumentano ogni anno. Ed la più naturale oggi. Ed il Riminese proprio a Pesaro approda. A casa del nemico, si potrebbe oggi commentare. Ed è proprio con la casa Verde-Argento che si consumano le vittorie più belle; e nonostante le ristrettezze economiche da parte della Benelli, in più di un'occasione Renzo ha dimostrato di non essere secondo a nessuno.
Neppure ad AGO.
Il ritorno in Aermacchi. La tragedia di monza, volutamente in miniscolo per la tragicità beffarda dell'incidente. Da quella curva Jarno e Renzo non sono tornati. Ma rimangono in fin dei conti con noi. Renzo puoi incontrarlo in ogni ragazzo che ha ancora la voglia di spendere due lire per "truccare" e mutor, che poi fa uno scaramazz che la metà basta. E' la passione per il motociclismo. Magari non parli di Renzo, ma tranquilli che è come parlare di lui cambiandogli il nome. Io Renzo non l'ho mai conosciuto. Non l'ho visto correre. Ma riconosco la bontà di una persona dagli occhi. E Renzo era una brava persona.
Ecco, son passati 80 anni da quando Renzo è nato. Fatevi un regalo andando a visitare la mostra che il Nuovo Motoclub Pasolini ha allestito in un'ala del FAR, qui gli orari di apertura e chiusura mostra.
Ed un grazie speciale a Paolo Aluigi, cassaforte mnemonica che ha deciso di offrirci foto e retroscena in esclusiva.
Le immagini inedite che ritraggono Renzo in tutta la sua semplicità, che poi nè quella con cui conviviamo tutti noi. Con la sigaretta in bocca, intento a preparare una rustida, a sistemarsi il casco o a gareggiare.
Le balle di paglia e i caschi, le moto e le tute.
Ma non fate l'errore di pensare che la mostra interesserà solo i “giovanotti” con qualche capello bianco in testa, perchè i ragazzi sanno ancora impressionarsi per bestie da GP di qualche lustro fa.
PS Giovedì 06.09.2018 verrà presentato il secondo libro dedicato al Paso: "il Re senza corona", alla presenza dell'autore, Arturo Rizzoli e Marco Masetti, romagnolo DOC, giornalista ed ex corridore.
Per la bibliografia che volete che vi dica, affidatevi ai libri dedicati alla Mototemporada Romagnola, al libro di Rizzoli, e se siete fortunati a trovarlo a cifre "umane" a quello di Bezzi, o se siete riders 2.0 leggerlo on line qui. Affidatevi ai filmati dell'epoca, alle mostre. Ma soprattutto chiedete a chi le gare le ha vissute davvero. Non abbiate paura di chiedere.
Al massimo vi mandano a quel paese, che nel mio caso è a 15 km a sud ovest da qui, svoltando alla seconda a destra.