GLI ARTIGIANI DELLA VELOCITA': RICCARDO E MASSIMO PIEROBON

La bottega è un piccolo esercizio commerciale generlamente affacciato su una via pubblica, composto da un ambiente deputato alla vendita e da un adiacente laboratorio artigianale dove le merci vengono lavorate.

Oggi sono entrato in una bottega.
Livio, mentore ma prim'ancora amico, mi ha offerto l'occasione di poter incontrare un suo amico. Massimo Pierobon e la sua bottega.
Ma non è stato oggi, non era nemmeno la solita bottega e non ho comprato nulla.
Tuttavia ho fatto qualcosa che trascende il concetto stesso di acquisto.
Ho appreso, come una spugna.
In silenzio, ascoltando, a volte interrompendo, proponendo, mi son preso un mezzo infarto, e mi son quasi dimenticato di far foto, e poi, dopo averle fatte, ci ho riflettuto bene e "cavolo Luca" mi son detto, " ma ti rendi conto oggi cos'è appena successo?!".
Già cos'è successo in quella Bottega?
Oltre 40 anni di Storia del Motociclismo moderno dipanati su un muro.
A memoria di quanto è stato fatto fino ad oggi. E la storia di un padre e di un figlio che insieme portano avanti un sogno.
Fatto di sacrifici, fatto si sudore, di mani sporche, di ore piccole e tanta umiltà.
E' la storia di una squadra che funziona come un violino.
Dal 1952.

Vi racconterò di Riccardo e Massimo Pierobon, che nonostante le difficoltà, portano avanti la propria tradizione artigiana.

Padre e figlio, radici solide che affondano nella Verlicchi.
Proprio quella Verlicchi che ha dato i natali a tante moto nate in Emilia.
E Riccardo inizia il suo personale apprendistato proprio lì. Sperimentando, provando e testando soluzioni differenti rispetto a quanto faceva la concorrenza. Un apprendistato lungo, così lungo che ancora oggi, ad 85 anni non è ancora finito.
Braccio destro del Dott.Verlicchi Riccardo si trova a metter mano alle migliori motociclette dell'epoca.
Fino al 1952: e la  Pierobon nasce così, come un "reparto da corsa per moto da corsa", un reparto altamente specializzato guidato da un sognatore che trova soluzioni a problemi complessi, irrisolvibili. Per il gusto di sperimentare e per il piacere di fare bene il proprio lavoro, con amore.
Non esce dalla Verlicchi, Riccardo, ma anzi raddoppia la sua mole di lavoro, cercando di non trascurare nessuno, dalla sua famiglia al dott.Verlicchi.
Perchè Riccardo è uno di quelli bravi, cervello fino, mano sapiente e vista acuta. Che in un maestro come lui trovano un connubbio perfetto per cresce e portare avanti nel tempo quello che potrebbe essere il più bel matrimonio di tutti i tempi.
Ducati e Pierobon, Pierobon e Ducati.

Vuoi per le innate capacità di Riccardo, vuoi per la vicinanza con la fabbrica, vuoi per Recchia, Farnè, Nepoti, Mengoli, Bordi, Preziosi... Fatto sta che insieme hanno condiviso tutto: gioie e dolori di un motociclismo destinato a scrivere le sue pagine più belle.

Dalle gite al Montjuic passado per il Bol d'Or, a Ritmo di Fiat.
Ma Voi volete le foto, volete la notizia da divorare e digerire in un battito di ali di farfalla.
Volete le notizie tecniche, i dati aridi a corredo della foto.
Avrete tutto, promesso, come sempre. Ma questa è una storia che merita di essere raccontata e quindi dovrete attendere ancora un po'.
Riccardo oggi non c'è; è in montagna e a farmi/farci da Virgilio c'è suo figlio Massimo.
Massimo è un catalizzatore: in pochi minuti si è perfettamente calato nella parte illustrando ogni angolo della Sua, della Loro bottega, del Loro "covo". Le difficoltà ci sono state e ci saranno anche in futuro, perchè purtroppo per realtà piccole come la PIEROBONFRAMES far fronte alla situazione economica odierna è davvero impegnativo. Nessuna piramide manangeriale a far da paracadute ad errori o scelte sbagliate.
Chi sbaglia paga e lo fa a caro prezzo.
Come affrontare la realtà? Limitando a massimo errori in produzione. E i risultati di vendita danno ragione al loro modus operandi.
Lastre, disegni su laminati e schemi tecnici su cui creare.
Tele grigie per dar vita ai migliori telai al mondo. Martello, occhio e mani. Saldatrici al TiG.

20 anni aveva Massimo quando Riccardo gli disse di ultimare un telaio. Ferie di Agosto, Un lavoro da finire e un babbo da non deludere.
Non era un telaio qualsiasi quello che aveva Massimo per le mani nel 1991.
Era di una Aprilia. Una RS125 per la precisione. Massimo una volta terminato il suo compito ha visto poi il suo telaio dapprima triofare in gara con Gramigni, e dopo nemmeno un anno portarsi a casa il primo Mondiale di Aprila nella categoria cadetta.
20 anni e poco più.
Si gira un attimo Massimo, guardiamo i centinaia di ricordi appesi alle quattro mura della bottega.
Codoni, telai, forcelloni, serbatoi.

Papi e santi, un presepio.


Banchi da lavoro.
3 teli neri.
Niente robot umanoidi a sostituire il fattore umano qui. Il valore aggiunto da una martellata ben assestata ad una lamina di alluminio vale più di mille battute automatizzate, sicuramente perfette, certamente più sterili.

Il lavoro è ciclico qui in Bottega sai? 
Ad ogni periodo dell'anno corrisponde un tipo di lavoro differente. Adesso per dire non ci mettiamo a fare gli accessori per i team, sennò ci s'imballa il lavoro da fare alle moto. Ma per gli amici, quelli buoni, uno strappo alla regola lo facciamo eh!?
Poi riguardo bene il muro che ha rapito dal primo istante la mia attenzione una volta dentro la bottega.

"Ricorda chi eravamo"
"Ricorda chi siamo"

Non necessita di tributi un muro così.
Solo un ammonimento per chiunque passerà di lì e ammirerà la Storia.
Come un ipotetitco passaggio di consegne tra Riccardo e Massimo: continua ciò che siamo capaci a fare.
Dal 1972 fino ai giorni nostri questa parete rende omaggio alla maestria dei Pierobon. Rende onore ai bicilindrici di Borgo Panigale che in un connubio perfetto hanno raggiunto i traguardi più alti.
Dal primo all'ultimo, i telai che vedete sono stati creati ex novo qui da Riccardo. C'è chi scriverà, o ha scritto il contrario.
Probabilmente senza cognizione di causa.
Perchè la verità è un'altra cosa.
Ma partiamo con ordine.

In rapida sequenza (le mono descritte dall'alto al basso)

Le Origini 

750 GT                       1971

IMOLA 750               1972

L'Evoluzione

900 SS                        1975

IOM 900                    1979

MH                            1978

PANTAH                   1979

PANTAH NCR         1981

750 F1                        1985

TT1                            1984


La Rivoluzione

TT2                            1981

851                             1987

888                             1992

SUPERMONO         1993

916                             1994
916 PREZIOSI         1996

999                             2003

1098                           2007


Ricorda chi eravamo. Ricorda chi siamo. 
Perchè se sulla parete è esposto il capitale umano capace di aver scritto le pagine più belle del nostro sport, Riccardo e Massimo continuano a sperimentare. E basta volgere lo sguardo ai tre teli neri per capire che l'evoluzione, il progresso non si può arrestare.
E lo fanno a modo loro con le F042, X60R, X80R e X85R.
Le loro moto.
Allestite a mano. Ognuna con una prorpia identità. Ognuna adeguata alle capacità dell'acquirente.
Si passa dai 95cv della F042 passando per la esplosiva X85R da oltre 210cv.
Molti oggi si cimentano in questo "giochetto", prendere un bel bicilindrico desmo e cucirci addosso la ciclistica.
Pochi però ottengono risultati convincenti.

Tutto ebbe inizio inizio con la F042. Una sorta life extension al modello "controverso" di Terblanche, la SS 1000.
In un momento storico in cui le case avevano tacitamente iniziato una nuova guerra agli armamenti e le loro supersportive avevano potenze al limite del razionale, la SS di Pierre con i suoi "miseri" 90 cv non riuscì a far breccia nel cuore degli appassionati.
Nonostante la gran bella castagna ai medi ed una ciclistica sana, ma non estrema quanto le replica da superbike.
Nel 2005 Riccardo decide così di seguire il Ford pensiero, fedele al principio del "ciò che non c'è non si può rompere", e presenta ad Eicma la nuova moto.
Il kit consta di telaio ad hoc, costruito su specifiche per il 2 valvole Ducati, in grado di esaltare le sue doti, forcellone in alluminio, telaietto posteriore ed anteriore, serbatoio e relativo tappo, kit pompa, impianto di scarico, coppia pedane, codone, vasca sottocoppa e cupolino.
Così equipaggiata col 1000 DS la F042 è in grado non solo di catalizzare l'attenzione per le forme innovative del telaio, volutamente lasciato a vista, ma anche di elevare il concetto di handling per un 2 valvole Ducati.

La naturale evoluzione della F042 è la X60R. Rappresenta l'applicazione delle conoscenze ottenute sulle piste di tutto il mondo dalla Pierobon sui 2 valvole Ducati: equpaggiata con il moderno 1100 Evo, ed elaborato a dovere, la X60R è in grado di sviluppare una potenza di 120cv per soli 134kg di peso. Un bisturi estremamente efficace in grado di elargire badilate divertimento senza diventare mai estrema quanto le controparti 4 valvole. 
I kit per i motori due valvole costano circa 10000€ + iva. 

Per i più smaliziati, o per coloro che hanno le capacità di gestire potenze ben più consistenti, esistono le serie X80R e X85R .

La prima nasce per rimpiazzare il traliccio tradizionale made in Ducati, da una unità completamente rinnovata nel look e nelle qualità costruttive per imbrigliare i DesmoQuattro 848/1098.
Nuova struttura in lega d'alluminio, dal peso irrisorio di soli 7.35kg.
Il forcellone bibraccio con capriata inferiore, in lamiera scatolata garantisce la massima efficacia e stabilità in percorrenza curva.
Nuovo serbatoio in lega d'alluminio con ricollocazione volumi, sppostati volutamente sotto la seduta del pilota per garantire una costante centralizzazione delle masse, anche in fase di consumo carburante. Telaietto posteriore alleggerito, carene in carboio, kit pedane e al retrotreno il nuovo Ohlins TTX36.

Ma la vera novità riguarda la X85R ed i motori Superquadro V2, la serie Panigale per intenderci.
La tanto amata ma poco vittoriosa Panigale.
Criticata per la mancanza di un vero telaio, Pierobon ci mette una pezza. Fatta in tubi di lega d'acciaio 25CrMo4 e piastre laterali in lega d'alluminio. Ha ridato ciò che in Ducati avevano tolto.
Un traliccio, e non uno qualsiasi. Ma una sorta di evoluzione spirituale di quello usato sulla prima Desmosedici GP e 999 WSBK del 2003.
Il lavoro di ridare un telaio ad un motare nato orfano è stato pianificato anche in ottica di uno sviluppo estremo dell'aspirazione, mediante l'introduzione di un nuovo e più performante airbox.
Capitolo forcellone: è possibile lasciare il monolitico monobraccio originale, che libera la moto da sovrastrutture laterali e rende come sempre giustizia all'estetica della moto, oppure...
Oppure rimpiazzare il mono con un bibraccio da corsa in lega d'alluminio.
Tommy Bridewell, pilota BSB, dopo averla provata ed aver archiviato nel 2018 la sua prima vittoria ha esordito elogiandone il grandissimo feeling instaurato, e che nei passaggi più difficili, in fase di frenata e accelerazione, la moto riesce a restare sempre estremamente comunicativa col pilota.
Io non so voi, ma mi fido sulla parola. Anche perchè resterà inarrivabile prima ancora per il costo, per le sue prestazioni estreme.
210cv su 157kg.
Maneggiare con cutela non è stato scritto sulla dashboard, ma credo sia abbastanza implicito non appena ci si trova dinnanzi.


Si è fatto mezzogiorno. Massimo deve tornare a casa. Io e Livio anche. Tanti i pensieri che mi accompagneranno lungo il viaggio di rientro.
Tante le risposte che ho trovato senza quasi porre domande. Stando in silenzio ad ascoltare. Ammirando il lavoro di questa piccola ma grande famiglia.
Di Riccardo, a cui hanno dedicato la X85R per i suoi 85 anni di "apprendistato".
Di Massimo, di nome e di fatto, che ha aperto le porte del suo mondo, a me, sconosciuto paroliero.
Per le parole che ha usato per descrivere suo padre.

Oh, una pera non cade mai lontano del pero. E se questi sono i presupposti ne vedremo ancora delle belle.


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Proprietà intellettuale 
Protti Luca

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