MORBIDELLI MUSEUM:
"Pensa, tutto è iniziato quando ho finito di fare il militare..
Sai, a me non andava di andare a scuola. Non ho nemmeno finito le scuole superiori.
Il mio babbo era un bravo agricoltore, ma a me piacevano i motori.
Le moto.
Io abitavo al di là del fiume. Un giorno per tornare a casa un falegname amico dei miei genitori mi ha fermato e mi ha chiesto se potevo aggiustargli la sua macchina per tagliare il legname.
Io ero molto bravo con i motori e allora gliel'ho riparata.
Ma era un macchinario strano, tendeva a rompersi spesso, e quella volta i soldi mica c'erano per comprare macchine migliori.
E ho pensato,
perchè non la costruisco io?"
Erano anni duri, ma Giancarlo non si è mai arreso.
I primi successi in ambito imprenditoriale non tardano ad arrivare, fino a quando, durante la prima metà degli anni '60, non inizia a collezionare le prime moto da corsa. Il suo sogno doveva ancora iniziare.
Prendete infatti un sognatore, e non l'imprenditore quale è, amante dei motori e delle corse motociclistiche, con una spiccata conoscenza meccanica e il passo a creare le Sue prime moto da corsa, le Sue creature, è veramente breve.
Era il 1967, è lei è solo la prima di una lunga stirpe.
Sai, a me non andava di andare a scuola. Non ho nemmeno finito le scuole superiori.
Il mio babbo era un bravo agricoltore, ma a me piacevano i motori.
Le moto.
Io abitavo al di là del fiume. Un giorno per tornare a casa un falegname amico dei miei genitori mi ha fermato e mi ha chiesto se potevo aggiustargli la sua macchina per tagliare il legname.
Io ero molto bravo con i motori e allora gliel'ho riparata.
Ma era un macchinario strano, tendeva a rompersi spesso, e quella volta i soldi mica c'erano per comprare macchine migliori.
E ho pensato,
perchè non la costruisco io?"
Erano anni duri, ma Giancarlo non si è mai arreso.
I primi successi in ambito imprenditoriale non tardano ad arrivare, fino a quando, durante la prima metà degli anni '60, non inizia a collezionare le prime moto da corsa. Il suo sogno doveva ancora iniziare.
Prendete infatti un sognatore, e non l'imprenditore quale è, amante dei motori e delle corse motociclistiche, con una spiccata conoscenza meccanica e il passo a creare le Sue prime moto da corsa, le Sue creature, è veramente breve.
Era il 1967, è lei è solo la prima di una lunga stirpe.
Il Sig. Giancarlo è una persona semplice, molto istruita che ha amato quello che ha fatto, ma che ama ancor di più le Sue creature. La cura che dedica loro è un qualcosa che va al di là della semplice manutenzione. Lui sa ogni cosa che è accaduta loro. Le coccola, le custodisce, non gelosamente, ma con orgoglio.
Come un padre nei confronti dei propri figli. Si stima di loro e di quello che ancora raccontano. Se si ha voglia di ascoltare, ma soprattutto di toccare e annusare. Ed hanno storia bellissima da raccontare. Una storia di miseria, di povertà, di rischi, di morte.
Ma anche di velocità, di adrenalina, di libertà; di quell'essenza naif che soltanto la moto sa regalare.
Ma torniamo per un attimo al Museo.
Si apre con un paio di capolavori, di cui uno già mostrato. Il secondo fungerà da chiusura alla nostra visita.
La prima sezione è dedicata alle prime motociclette, nel vero senso della parola: un MOTOre installato su una biCICLETTA.
Proprio dagli esordi il Sig.Giancarlo ha voluto iniziare il nostro percorso formativo.
Proseguendo s'incontrano altre meraviglie, dimenticate, ma non per questo da dimenticare.
Ve la ricordate la serie TV Harley and the Davidsons? Perchè ci sono due due gioielli che rispendono di luce propria.
#GOFASTTURNLEFT. Il freno davanti per dove vanno loro non serve. L'ultima della sequenza è una Harley BA del 1928.. Se pensate che anche la Monna Lisa cade a pezzi..
Poi è la volta delle Inglesi, per rimanere in tema "alleati". E loro le moto da corsa le sapevano fare bene.
Molto bene.
E le Giapponesi, che negli ultimi decenni si sono imposte come standard a livello sportivo, rinomate per la loro proverbiale affidabilità e velocità, che fine hanno fatto?
Come sempre il Sig.Giancarlo pensa a tutto e anche per loro un po' d'intimità.
Qui le spaventose due tempi da competizione con una stupefacente TZ750
Anni d'oro, in cui l'odore dell'olio bruciato si mescolava nell'aria e all'istante si capiva che con loro era meglio non scherzare troppo. Troppo irruente. Troppo potenti e scorbutiche. Ma di un fascino senza tempo.
Ho volutamente lasciato per ultime le Italiane.
Perchè il nostro estro, la nostra genialità merita un capitolo a parte.
E se non abbiamo scritto la scritto la Storia della Moto, poco ci manca.
DUCATI 125 4 CILINDRI GP
MONDIAL FB
MV AGUSTA 350 GP
MORBIDELLI GP
Le tempistiche stringono, i cali d'attenzione si fanno sempre più pericolosi.
Sperando di non averVi annoiato troppo.
Bella l'ultima eh? Una vera 500gp.
Ma sì, già viste le 500..
Probabilmente sì. E anche sentite cantare.
Ma lei è speciale vedete.
Perchè il serbatoio è in realtà portante, è un telaio monoblocco, con cannotto di sterzo regolabile. già negli 80.
E se non eravamo matti e geni noi.
Ditemi Signori,
chi altri lo è?
Quasi dimenticavo la chiusura del cerchio.
Vi avevo detto dei due gioielli all'ingresso, giusto?
Bene, Lei è il secondo.
MORBIDELLI V8 850
120 CV, e un V8 miniaturizzato incastonato in una moto forse troppo rivoluzionaria per quegli anni.
Ne furono prodotte 4. Vendute a 100 milioni delle vecchie lire.
Finito?
Permettetemi di rubarVi solo altri 30 secondi.
O tutta la notte, sogni compresi.
Il Sig.Giancarlo sta fininendo di costruire il motore piùnonsocosa di sempre.
Nessuno si è mai spinto a tanto.
Signori, su telaio e ciclistica CBR,
il V12 MORBIDELLI.
Presto sulle nostre strade.
48 VALVOLE per dormire sereni.
Scusate il ritardo
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