MINARDI DAY 2017. SALUT GILLES
Buongiorno Buongiorno amici!
Nuovo post, nuove storie!
Ore 11.30 della mattina di Sabato 6 Maggio.
Una giornata memorabile aspettava solo di essere vissuta.
Siamo in quel di Imola e a poche centinaia di metri dalla Stazione già si odono i ruggiti di vecchi V12, V6, V8 lacerare l’aria circostante.
Vecchi, ma mai domati.
Per chi non fosse mai stato ad Imola ve la riassumo sinteticamente ed approssimativamente così:
dalla stazione sempre dritto, primo semaforo a sinistra e poi dritto fino mattino. No, non proprio perché non troverete l’isola che non c’è. Lì c’è il Paradiso per gli amanti dei motori.
Ricordate Imola 2001? Superbike, due mostri sacri a darsi battaglia per il mondiale. Nomi non ne faccio, perché VOI sapete già di chi stiamo parlando.
Ricordate, purtroppo, Imola 1994? La vita è troppo corta per avere nemici.
Ricordate Imola 1982? Salut Gilles.
Ricordi bellissimi, amari, tragici e gloriosi.
Pregni di significato per tutti coloro che credono di poter battere l’imbattibile, IL TEMPO con le poche armi che si hanno a disposizione: IL CORAGGIO UN MOTORE E UN SOGNO.
E qui entra in gioco il Sig.r Minardi.
Giancarlo, per la precisione.
Omen Nomen, come il Sig.r Giancarlo, questa volta Morbidelli.
La passione per i motori, che accomuna un po’ tutti quelli che abitano e vivono in Romagna.
D’accordo, qui siamo in Emilia, e prima eravamo nelle Marche. Poche centinaia di Kilometri che separano un confine troppo labile.
I MINARDI DAYS servono a questo, farci incontrare, a farci ammirare bolidi da corsa.
E sognare. Senza i sogni saremmo solo degli automi.
Ed è così che alle 11.40 siamo giunti in Circuito.
2 Biglietti, grazie. 24€.
Da quel momento in poi è un susseguirsi di sorrisi, occhi sgranati, incredulità; la necessità di toccare con mano quei missili che ragazzi della mia età hanno visto giusto al cinema con “RUSH” o su youtube, respirare quell’aria trasudante benzina bruciata squarciata da rombi in collera col cielo.
Quello che vediamo al primo box (sì poiché si può accedere ai box e alla pit lane!!), sono monoposto d’epoca (ma non diteglielo che poi s’offendono e Vi offendono a suon di sgasate) di serie minori (formula due, formula renault, formula abarth).
Pochi passi bastano per venire catapultati negli anni d’oro della
Formula Uno, quella vera, come ci avrebbe poi ripetuto un meccanico di quelli
che ancora conservano una scintilla negli occhi che risponde al nome di Silvano
Montanari, ma arriveremo anche a Lui.
FOTO
Una schiera di monoposto, di vere FORMULA 1, ci attende mentre sostano ai box in attesa di essere dissetate con benzina ad alto numero di ottani, dotate di appendici e soluzioni aerodinamiche acerbe, sì, ma perfettamente efficaci in pista allora.
La tensione è tangibile per i piloti, da Pirro a Tarquini, passando per tanti privilegiati che potranno stringere nelle loro mani quei volanti, ed è scolpita sui loro visi e nei loro occhi. Ma loro corrono. Devono correre. Vogliono correre. Ma il tempo è inclemente.
Con loro, con noi.
E un bel diluvio era pronto per spegnere anche gli entusiasmi più accesi.
Ma questa è una passione che brucia. Non può spegnersi con delle semplici gocce d’acqua. Serve ben altro.
E allora al diavolo gomme rain, cartelli con scritto WET RACE. Al diavolo anche tre testa coda in una solo curva. Niente aiuti elettronici a salvarli.
Niente radio dai box. Niente cambi elettronici. Ognuno di loro è responsabile per la propria incolumità.
Noi, semplici spettatori sotto la pioggia, godiamo.
Ad ogni passaggio sul traguardo un muro d’acqua alto oltre tre metri che viaggia ad oltre 200 Kilometri orari urlando ci avvisa dell’arrivo dell’intrepido.
Pausa.
Sigaretta.
Pizza.
Parcheggiate all’interno del Circuito abbiamo avuto la possibilità di vedere tra le più belle auto di tutti i tempi, commentando puntualmente questa o quella.
Prima di tornare ai box decidiamo, abbastanza avviliti dal
tempo, di addentrarci all’interno dell’area Memorabilia alla ricerca di neppure
noi sappiamo cosa.
Tra carburatori Weber, cerchi F1, scatole di cambi da corsa e altre mille reliquie ci dirigiamo nella zona libri, decisamente più alla nostra portata.
Qui l’incontro con il Sig.r Silvano.
Sfogliando distrattamente alcune riviste d’epoca mio fratello mi fa un cenno in direzione di quest’omino. Piccolo di corporatura. Schivo, ma che si presenta come ex meccanico di Gilles.
Non potevo non avvicinarmi.
Ed è così che iniziamo ad ascoltare tutto quello che inizialmente dice a bassa voce, costretto poi in breve tempo a doverla alzare causa capannello di curiosi assiepati attorno a lui.
La testardaggine del piccolo aviatore, il suo forte legame con i meccanici, la sua semplicità. Caratteristiche che lo accomunavano a tanti altri corridori dei suoi anni. Gli occhi, ci dice, gli occhi prima della gara erano sepre spiritati, gli avrei dato a volte tanti di quei pugni sulla testa, i punti che ha buttato. Le gare che sprecato. Ma quando girava tutto come doveva girare era uno vero incanto.
L’acquisto del libro “Gilles, a life in pictures” è stato obbligatorio, come la dedica su esso.
Rientriamo in pit lane. Ormai la pioggia scende a dirotto.
I commissari tecnici ci allontanano dopo una militanza ad oltranza sotto l’acquazzone ad aspettare le auto passaggio dopo passagio.
“Pista chiusa ragazzi, mi dispiace”.
Nessun dispiacere, ma solo immensa ammirazione per tutti Voi che avete contribuito a tutto questo!
Vorrei quindi ringraziare il Sig.r Minardi per quanto ci ha offerto. Molto ma molto di più che il corrispettivo di 12 euro a testa. Ci ha regalato un sogno.
Ed è per questo che ora non voglio dilungarmi oltre, non voglio rubare altri minuti del vostro tempo.
E’ che oggi è l’08 Maggio.
Sono passati 35 anni ed io non ero nemmeno nato.
Eppure quando riguardo le Tue gare su Youtube l’euforia sale, e pensi “non può passare, e passa, non può resistere, e resiste, ma come fa?” citando Forghieri “io signori non so spiegarmi come abbia fatto quelle cose con questa macchina”.
Ma Lui era Gilles. Lui poteva
E non si può non volerti bene.
Salut Gilles.
Nuovo post, nuove storie!
Ore 11.30 della mattina di Sabato 6 Maggio.
Una giornata memorabile aspettava solo di essere vissuta.
Siamo in quel di Imola e a poche centinaia di metri dalla Stazione già si odono i ruggiti di vecchi V12, V6, V8 lacerare l’aria circostante.
Vecchi, ma mai domati.
Per chi non fosse mai stato ad Imola ve la riassumo sinteticamente ed approssimativamente così:
dalla stazione sempre dritto, primo semaforo a sinistra e poi dritto fino mattino. No, non proprio perché non troverete l’isola che non c’è. Lì c’è il Paradiso per gli amanti dei motori.
Ricordate Imola 2001? Superbike, due mostri sacri a darsi battaglia per il mondiale. Nomi non ne faccio, perché VOI sapete già di chi stiamo parlando.
Ricordate, purtroppo, Imola 1994? La vita è troppo corta per avere nemici.
Ricordate Imola 1982? Salut Gilles.
Ricordi bellissimi, amari, tragici e gloriosi.
Pregni di significato per tutti coloro che credono di poter battere l’imbattibile, IL TEMPO con le poche armi che si hanno a disposizione: IL CORAGGIO UN MOTORE E UN SOGNO.
E qui entra in gioco il Sig.r Minardi.
Giancarlo, per la precisione.
Omen Nomen, come il Sig.r Giancarlo, questa volta Morbidelli.
La passione per i motori, che accomuna un po’ tutti quelli che abitano e vivono in Romagna.
D’accordo, qui siamo in Emilia, e prima eravamo nelle Marche. Poche centinaia di Kilometri che separano un confine troppo labile.
I MINARDI DAYS servono a questo, farci incontrare, a farci ammirare bolidi da corsa.
E sognare. Senza i sogni saremmo solo degli automi.
Ed è così che alle 11.40 siamo giunti in Circuito.
2 Biglietti, grazie. 24€.
Da quel momento in poi è un susseguirsi di sorrisi, occhi sgranati, incredulità; la necessità di toccare con mano quei missili che ragazzi della mia età hanno visto giusto al cinema con “RUSH” o su youtube, respirare quell’aria trasudante benzina bruciata squarciata da rombi in collera col cielo.
Quello che vediamo al primo box (sì poiché si può accedere ai box e alla pit lane!!), sono monoposto d’epoca (ma non diteglielo che poi s’offendono e Vi offendono a suon di sgasate) di serie minori (formula due, formula renault, formula abarth).
FOTO
Una schiera di monoposto, di vere FORMULA 1, ci attende mentre sostano ai box in attesa di essere dissetate con benzina ad alto numero di ottani, dotate di appendici e soluzioni aerodinamiche acerbe, sì, ma perfettamente efficaci in pista allora.
Ferrari 312 T Clay Regazzoni
La tensione è tangibile per i piloti, da Pirro a Tarquini, passando per tanti privilegiati che potranno stringere nelle loro mani quei volanti, ed è scolpita sui loro visi e nei loro occhi. Ma loro corrono. Devono correre. Vogliono correre. Ma il tempo è inclemente.
Con loro, con noi.
E un bel diluvio era pronto per spegnere anche gli entusiasmi più accesi.
Ma questa è una passione che brucia. Non può spegnersi con delle semplici gocce d’acqua. Serve ben altro.
E allora al diavolo gomme rain, cartelli con scritto WET RACE. Al diavolo anche tre testa coda in una solo curva. Niente aiuti elettronici a salvarli.
Niente radio dai box. Niente cambi elettronici. Ognuno di loro è responsabile per la propria incolumità.
Noi, semplici spettatori sotto la pioggia, godiamo.
Ad ogni passaggio sul traguardo un muro d’acqua alto oltre tre metri che viaggia ad oltre 200 Kilometri orari urlando ci avvisa dell’arrivo dell’intrepido.
Pausa.
Sigaretta.
Pizza.
Parcheggiate all’interno del Circuito abbiamo avuto la possibilità di vedere tra le più belle auto di tutti i tempi, commentando puntualmente questa o quella.
Fiat Abarth 595 esseesse
Alfa Romeo 8C Competizione
Alfa Romeo 8C Montreal
Ferrari F40
Tra carburatori Weber, cerchi F1, scatole di cambi da corsa e altre mille reliquie ci dirigiamo nella zona libri, decisamente più alla nostra portata.
Qui l’incontro con il Sig.r Silvano.
Silvano Montanari, ex meccanico Gilles Villeneuve
Sfogliando distrattamente alcune riviste d’epoca mio fratello mi fa un cenno in direzione di quest’omino. Piccolo di corporatura. Schivo, ma che si presenta come ex meccanico di Gilles.
Non potevo non avvicinarmi.
Ed è così che iniziamo ad ascoltare tutto quello che inizialmente dice a bassa voce, costretto poi in breve tempo a doverla alzare causa capannello di curiosi assiepati attorno a lui.
La testardaggine del piccolo aviatore, il suo forte legame con i meccanici, la sua semplicità. Caratteristiche che lo accomunavano a tanti altri corridori dei suoi anni. Gli occhi, ci dice, gli occhi prima della gara erano sepre spiritati, gli avrei dato a volte tanti di quei pugni sulla testa, i punti che ha buttato. Le gare che sprecato. Ma quando girava tutto come doveva girare era uno vero incanto.
L’acquisto del libro “Gilles, a life in pictures” è stato obbligatorio, come la dedica su esso.
Rientriamo in pit lane. Ormai la pioggia scende a dirotto.
I commissari tecnici ci allontanano dopo una militanza ad oltranza sotto l’acquazzone ad aspettare le auto passaggio dopo passagio.
“Pista chiusa ragazzi, mi dispiace”.
Nessun dispiacere, ma solo immensa ammirazione per tutti Voi che avete contribuito a tutto questo!
Vorrei quindi ringraziare il Sig.r Minardi per quanto ci ha offerto. Molto ma molto di più che il corrispettivo di 12 euro a testa. Ci ha regalato un sogno.
Ed è per questo che ora non voglio dilungarmi oltre, non voglio rubare altri minuti del vostro tempo.
E’ che oggi è l’08 Maggio.
Sono passati 35 anni ed io non ero nemmeno nato.
Eppure quando riguardo le Tue gare su Youtube l’euforia sale, e pensi “non può passare, e passa, non può resistere, e resiste, ma come fa?” citando Forghieri “io signori non so spiegarmi come abbia fatto quelle cose con questa macchina”.
Ma Lui era Gilles. Lui poteva
E non si può non volerti bene.
Salut Gilles.