GIOIELLI IN MOSTRA: MISANOCLASSICWEEKEND 2017
Il Classic.
Passano i giorni e i ricordi restano impressi nella mia memoria come polaroid.
Oggi cari amici vi racconto com'è andata il giorno della presentazione stampa.
Una mattinata differente in cui ho prestato più attenzione alle parole che alle sinfonie prodotte dagli scarichi liberi come canne d'organo.
Ma, quasi dimenticavo.
E voi? Come avete passato quest'ultima settimana? Vista la MotoGP Domenica?
Da rivedere ancora una volta che male non fa! Che Piloti, ragazzi! Il mezzo meccanico come naturale estensioe del proprio corpo. Una consapevolezza di se stessi che fa quasi paura!
Vale risorge portando sul secondo gradino del podio una Yamaha rinsavita mentre la Ducati arranca con entrambi i suoi Piloti, mannaggia per il Dovi.
Per fortuna che da domani si torna in pista a Sepang!
Dov'ero rimasto..?
Ah, già.
Sabato mattina.
Sole e clima inusuale in un Ottobre che sembra sempre più Settembre.
La mia Hyper ricoverata causa rottura perno del cambio.
Un badge al collo e un appuntamento a cui è fatto divieto mancare.
La distanza che separa Riccione da Misano, una manciata di kilometri, se col desmodue era cassata con qualche semaforo, uno sguardo al cimitero dei Greci e qualche fugace pensiero, in Vespa diventa un viaggio mentale, puro stream of consciousness. I Pensieri si susseguono come un fiumo lento, ragionando, pensando, immaginando e tornando anche a quanto assistito il giorno precedente:
prove libere, amici vecchie e nuovi, tante moto; "che dico ai meccanici, azzardo rotture di balle infinite?"
Sabato, dicevo.
Arrivo in circuito di buon ora e pagato pegno alla Sig.ra Sandra per le innumerevoli, in realtà due, Bic perdute, mi presento al Dott.Trevisani, a capo della comunicazione del Misano World Circuit.
Da lì ha inizio il mio personale apprendistato.
Chiedo, ascolto, interrompo.
Pazientemente risponde, ascolta e mi illustra la situazione “Classic Week End”, dal suo esordio, nel “lontano” 2013.
Così distante in questa era digitale, dove mesi sembrano anni, e gli anni pesano come macigni. Tuttavia il Classic sembra non aver accusato minimamente il colpo, anzi è maturato fino all’edizione odierna.
In quest’epoca mediatica in cui la validità di evento, un happening, mostra, o qualsiasi altro pubblico spettacolo passa attraverso la bilancia dei social network, il Classic Week End 2017 è stato un vero successo.
Oltre 10000 presenze in circuito, 500 moto in pista a darsi battaglia. Ed una miriade di foto, video e selfies a confermare quanto accaduto neanche due settimane fa!
La lungimiranza del Dott. Albani, Managing Director del Circuito, nel far visita ai più grandi ritrovi e raduni motociclistici per coglierne il modus operandi, ha permesso questa crescita costante.
Maturazione e crescita. Non soltanto riservate all’evento in sè, ma un percorso formativo che ha investito l’intera struttura.
All’avanguardia dal punto di vista della sicurezza ora il Circuito vanta uno dei centri medici tra i più attrezzati in Italia e Europa.
Santamonica, come sede di allenamento di una delle Academy più importanti del Mondiale: la VR46, che sfrutta costantemente i tre tracciati della struttura (Pista, Flat e Misanino), permettendo un allenamento davvero a 360°, da primi della classe.
Ed infine il Museo permanente, dedicato al Nostro Marco.
Senza disturbare oltre e ringraziando il Dott. Trevisani per l’attenzione dedicatami, mi dirigo in pit lane.
Le sirene pluricilindriche catturano completamente la mia attenzione facendomi quasi perdere la cognizione del tempo.
Sigaretta (non fumate fa male a Voi e ai Vostri Cari n.verde 800.554.088 per smettere di fumare)
Ore 11:00, presentazione Classic alla Stampa.
La mia curiosità e la voglia di sapere, prim’ancora del badge al mio collo, mi portano al primo piano dei paddock per la presentazione dell’evento.
Sala gremita.
Dott.Albani e Dott.Trevisani alla presentazione Stampa.
Il Dott.Trevisani, dopo i saluti di rito, prende la parola per regalarci la proiezione di uno straordinario video documentario a celebrazione del 45° anniversario della pista.
Dai primi anni di attività ad oggi.
Ah, sapevate perché la curva della Quercia si chiama così?
Beh, la risposta non è poi così scontata come potrebbe sembrare in prima battuta. Bellissimo, non è vero?
Foto di proprietà "FOTORICCIONE".
La parola passa ad un’altra grande mente del Classic, Marco Masetti, giornalista di lunga data della rivista Motosprint, ma prima ancora Pilota.
Il Suo primo Classic è datato 2012, quando ancora non c’era fisicamente, ma era già allestito, gareggiato e concluso nel meraviglioso mondo che è l’immaginazione.
La relativa trasposizione nel mondo reale l’anno successivo è stata inevitabile.
Al di là del contesto, delle moto meraviglia, delle ragazze e chi più ne ha più ne metta, a distinguere il Classic da qualsiasi altra manifestazione di mezzi storici è l’ambiente.
Friendly, per essere al passo coi tempi.
Un’atmosfera sana, un paddok positivo, ed un unico coefficiente di similarità: la Passione. Che qui in Romagna è prima di tutto una tradizione, da generazioni trasmessa come un mantra.
Marco Masetti in pochi minuti diventa arbiter super partes.
A raggiungerlo infatti arrivano Marco Riva e Livio Lodi.
Due mostri sacri.
General Manager Operations presso Yamaha Motor Racing, Riva.
Museum curator at Ducati Motor Spa, Lodi.
Rappresentanti delle due tra le più importanti case motociclistiche del Mondo.
Due Factory che hanno fatto sussultare milioni di fans, incendiato le tribune di tutto il mondo, e divelto divani nelle case di ogni appassionato.
Duelli e dualismi. Preambolo da mezzogiorno di fuoco.
In dote hanno portato le loro macchine da corsa più raffinate.
Macchine nate pronte aper scendere in pista ed essere portate al loro limite.
Inarrivabile per i più. Ma che hanno trovato in due piloti i loro artisti.
Piloti capaci di esaltarne i pregi, elevandoli a punti di forza, e talvolta mettendoci del proprio per colmarne i difetti
Quasi a dire dentro il casco “Non ti preoccupare che dove non riesci tu ci penso io”.
Un rapporto perfetto tra uomo macchina. Fatto di automatismi, fiducia e un briciolo di sconsideratezza.
Stiamo parlando della GP07 e della M1 2008.
La loro rivalità ha avuto lo stesso effetto di una fissione nucleare.
Divisione, iniziale, dei tifosi.
Poi tramutata in unione, nel segno della velocità, minimo comune denominatore.
Rossi Stoner, Stoner Rossi.
Un dualismo che prima ancora che in pista si esprime a livello progettuale, filosofico, per le differenti strade percorse dalle due Aziende:
Apollineo contro Dionisiaco, citando immeritatamente Nietzsche.
Yamaha, con i piedi radicati in una filosofia costruttiva razionale, ancorata alla tradizione dello step by step, evoluzione darwiniana basata sui piccoli passi.
Ducati, ed il suo estro costruttivo, la capacità di gridare fuori dal coro, che in Preziosi trova il microfono per annunciare a tutti: Noi ci siamo!", sovvertendo l’usuale ordine delle cose.
Telaio a traliccio con funzione portante da una parte, Deltabox in alluminio dall’altra.
V4 contro 4inlinea.
Desmo contro valvole pneumatiche (dal 2008).
Un giorno Filippo Preziosi affermò che se Ducati avesse voluto battere Honda e Yamaha avrebbe dovuto farlo con soluzioni diverse, sperimentali, puntando sulla genialità delle proprie scelte. Cercare di battere le Case Giapponesi usando la loro tecnologia, il loro know-how, sarebbe stato impossibile anche a causa dei budget infinitamente superiori a disposizione dei due Colossi.
La Storia lo ha premiato.
Dando la possibilità di conquistare il primo mondiale alla Ducati.
Dando la possibilità di lanciare Casey, pilota di una velocità inaudia, interprete perfetto del Desmo fino ad oggi.
Dando la possibilità di esaltare ed innalzare il valore di Valentino confrontandosi con un avversario straordinario, di quelli che non fa sconti a nessuno, meno che meno ad un sette titoli mondiali.
Valentino, a cavallo della moto razionale, che inventa per poter vincere.
Stoner, su un cavallo pazzo, che trova razionalità restando in bilico perenne percorrendo curve infinite.
Avrò forse una visione un po’ troppo romantica della vita, ma vedere le loro moto, una accanto all’altra non fa altro che portarmi indietro di anni.
Rete 4.
Mia nonna e mio nonno che accendono la televisione.
“Ecco, ricomincia l’eterna gara nella quale ognuno dei due vuole disperatamente arrivare primo.
Però, se uno dei due s’attarda l’altro aspetta. Per continuare assieme il lungo viaggio fino al traguardo della vita”.
I rapporti tra loro non sono e saranno mai come quelli che intercorrono tra Don Camillo e l’Onorevole Peppone, ma assieme hanno dato nuova linfa alla MotoGP.
Livio ci porta inoltre alla scoperta di altri Gioielli custoditi nelle sale del SantaMonica.
Mezzi perfetti, o quasi, che hanno contribuito a far crescere il proprio mito e quello della pista di casa.
Adesso basta. Godetevi le foto, le moto, le ragazze. E se non ci siete venuti, avete fatto un’asinata bella grossa, ma qui avete le lezioni di recupero.
Il prossimo anno però, davanti ad una bella birra ed in buona compagnia, fatelo un salto.
Poi oh, se proprio volete stare a guardare la solita partita di calcio al bar, è un problema Vostro (volutamente provocatorio, viste le tre splendide giornate).
Ecco alcuni dei Gioielli in Mostra
1974
AMF AERMACCHI
HARLEY DAVIDSON 250 RA
Renzo Pasolini
1987
APRILIA AF1 250 GP
Loris Reggiani
1986
YAMAHA OW81
Eddie Lawson
1986
DUCATI 750 F1 CORSA
Marco Lucchinelli
Ps, il cloud mi ha mangiato la 750F1 CORSA di Marco Lucchinelli, ma non preoccupatevi che la potete vedere qui !
1991
DUCATI 888
Doug Polen
2002
DUCATI 998 F02
Troy Bayliss
2007
DUCATI DESMOSEDICI GP07
Casey Stoner
2008
YAMAHA YZR-M1
Valentino Rossi