WDW: ALBA ROSSA ALL'ARCO ROSSO

Quello che Vi apprestate a leggere è frutto di una visione distorta della vita, filtrata attraverso i miei occhi.
Non pensate quindi di leggere il solito resoconto incolore, insipido, tipico dei comunicati stampa.
L'ultimo capitolo della serie WDW uscirà tra la prima e la seconda settimana di Agosto 2018.
I tre giorni venerdì Sabato e Domenica si alternano invece in questo resoconto, miscelati, fusi in un'unica grandiosa giornata.
Fusi come i copertoni sotto il cielo rovente di Misnao.
Fusi senza perdere però i fili delle mille trame che hanno dato vita al WDW.

Nel capitolo precedente..

Ma cos'è realmente accaduto in questi tre giorni?


Era un Venerdì mattina iniziato come tanti altri.
Il sole alto nel cielo, e una leggera brezza dal mare.
Statemi dietro che adesso partiamo.
Casco allacciato. Guanti, paraschiena e stivali.


Via.
Da Rimini un rumore cupo, un rombo alternato ad uno scampanellio, mi accompagno fino a Riccione.
Vedo bolidi tirati a lustro, lucidi che nemmeno i solari Bilboa..


Bombarde rosse ancora parcheggiate pronte per dare una sonora svegli ai turisti ancora addormentati.
E' presto ancora ma l'aria inizia a scaldarsi. Dai Mattia (NdE, mio fratello) scendi, che è già tardi. Se non ti muovi facciam tardi lo stesso!
Edo e la sua Multi ci aspettano sotto casa. Un caffè, di rito, acqua da dimenticare a casa e si riparte. Sto giro preparatevi davvero..

Eravamo dalle parti del Porto quando le Ducati cominciarono a fare effetto..
Ricordo che dissi qualcosa tipo "sto casco è un po' troppo pesante, guidi tu?", mi ripresi subito, col cavolo che la faccio guidare ad altri..
D'un tratto ci fu un terrificante ruggito intorno a Noi, e la strada si riempì di Moto Rosse che sembravano un fiume roboante, ed una Vecchia dalla strada urlava "Oh mio Dio cosa sono questi maledetti Animali???"


"Centauri, Signora, della Miglior specie, Comprende?"


Per metà bestie, dotate di logos, e per metà macchine, alcune dotate di cinghia dentata, altre ad alberelli conici, ma pur sempre Ducati.
Minimo comune denominatore.
Desmo diabolico, al WDW ti fa comportare come il matto del villaggio al Palio dei Somari di Alfero: perdi la razionalità e inizia dar gas in ogni dove: rotonde, curve reali, curve imnmaginarie, ai semafori o agli stop. Probabilmente i gas di scarico mi disturbano.. "Voi andate avanti che io mi fermo un attimo..!"
L'Arco Rosso questa mattina rieccheggia di scoppietii in rilascio, colpi di tosse rauca in rilascio e un suono di campanelle come sottofondo.


Che questo Viaggio abbia inizio.
Campanelle che risultano essere totalmente fuori posto, fuori dal tempo, lontane anni luce dalle luci al led e  dalle mille mappe motore della piattaforma inerziale.
Sembrano di un altro Mondo, più vecchio, fatto di polvere ed olio.

Attraversiamo l'Arco Rosso, un simbolo, arco della pace, ponte tra due realtà: la routine di tutti i giorni e l'evasione per raggiungere un parco giochi bellissimo.

Un Cuore comune che muove le migliaia di moto presenti.

Siamo partiti col caldo, un casco, dei guanti ed uno zaino da riempire di memorie ricordi ed emozioni. Ma anche di cappellini, occhiali, portachiavi modellini poster autografi presi di straforo, a volte carpiti, a volte richiesti.


Ciao Livio, come Va? Carichi?


 Piacere Prof, Sono un paroliero.


Gioco con parole e parlo con le immagini.

Nel mezzo del piazzale le opportunità che ci si presentano sono innumerevoli.
Dalla #LANDOFJOY alla più importante #LANDOFCULTURE

credits to Ducati


Distese sterminate di Ducati parcheggiate si alternano a Mondi metaforici costituiti da Padiglioni a tema.


Ogni Padiglione una porta per entrare nel proprio microcosmo dedicato.
Un mondo a sè dove ognuno ha la possibilità di scegliere il proprio locus amoenus, trovare il proprio totem.
Ma siccome sono avido di emozioni, incapace di tratteremi, come un eterno bambino davanti a dei giocattoli ingigantiti mi dimentico dell'articolo, delle foto e delle interviste e inizio a girovagare e a perdermi ovunque.

"Mucchio Selvaggio" Livio, dannazione se hai ragione.

Come in un romanzo di King, il commiato suona all'incirca così: vai adesso, ci sono altri Mondi oltre a questo.
Questo, ma dove ero fino a poco fa? Non era tutto sole musica e rombi in fuorigiri a squarciare il cielo?

Mi trovavo in compagnia di Livio Lodi, Curatore del Museo Ducati, nonchè sindaco del Comune Ducati Heritage.



Esposte a far bella mostra di se' in questo padiglione troviamo tre scrambler, ed una Ducati 98T, ricoverata in prognosi riservata.


Non che la prima Scrambler se la passi tanto meglio..
Cerco allora di far luce sulla faccenda iniziando la mia opera d'indagine sui perchè e sui per come di questa scelta.
Domande che in meno di un battito d'ali di un colibrì trovano risposte.


Heritage.
L'eredità che dal pater familias veniva trasmessa ai figli.
Trasla oggi in un concetto più ampio e meno parentalistico, è il patrimonio culturale ad essere trasmesso di generazione in generazione.
Heritage, Vittima Incolpevole di continui abusi da parte dei vari reparti markeing, è stata violentata da chiunque abbia voluto giustificare la nascita di brand e trovare nomi accattivanti a prodotti che con il proprio avo hanno poco di cui spartire.

Non è questo il caso del Mondo Ducati Heritage.


La tradizione è semplicemente giudice giuria e boia qui dentro.
Nulla è lasciato al caso, poche moto, ma di quelle che pesano come colonne portanti.
Come fondamenta solide su cui è stata costruita la Storia della Ducati.
Due le figure mitologiche a farmi da Virgilio in questo viaggio-documentario-visionario:
Il Curatore, che non è un medico ma propone rimedi drastici, spende poche ma preziose parole per chi ha orecchie buone per intendere anche anche le parole non dette.
Un rimedio all'ignoranza (intesa come la condizione in cui s'ignorano determinati eventi, fatti o nozioni) lo trova sempre.

Il Prof.
Roberto Rossi. Vessillo del suo modus operandi è il motto "Fatti non pugnette".



IPSIA.

ISTITUTO ALBERTI. Per i profani questa Scuola probabilmente o non dice nulla, o dice troppe cose, tra l'altro sbagliate e false. Sbagliate se qualcuno vi dice che come scuola è un ripiego, false se qualcun'altro asserisce che oggi per un lavoro manuale la scuola non serva.

Perchè? Perchè per anni il Professor Augusto Farneti ha speso tempo e risorse all'insegnamento di meccanica presso l'ITI di Rimini, con cui condivide il laborio di meccanica con lo stesso Alberti.
Ha dedicato la Sua Vita ai motori, divenendo col tempo un magnetico per tutti i cultori delle moto classiche.
Per 44 anni ha insegnato l'arte di prenderesi cura delle moto, dando modo ai fortunati studenti di far pratica su Mostri Sacri, quasi Mitologici, della Storia della Moto, come la MotoGuzzi V8, il cui motore è stato oggetto di revisione da parte di questi ultimi.
Reincarnazione in forma umana della conoscenza storica motociclist-culturale italiana ha collaborato con le più importanti riviste del settore.
Presidente del "Velocifero".
Amante segreto di ogni motore a scoppio.
Se n'è andato da pochi anni. Eppure non sembra esserne andato del tutto.
Sulla scorta di quanto lasciato da questo Grande Uomo, di cui non ho avuto la fortuna d' incontrare, Livio e Roberto, e non solo loro, ne hanno raccolto l'eredità, l'Heritage.


Le tre Scrambler come percorso da affrontare: metoforico e reale, per la ristrutturazione o conservazione della moto.
Tre fotografie che congelano uno stato temporale ed emotivo.
L'abbandono, La conservazione, L'amore ritrovato.
Scrambler 350: icona degli anni 70, già dal 68 ha stupito tutti in tutto il modo per le Sue linee essenziali, capace di portarti tanto per strada, tanto per una scampagnata in camporella.


Senza disdegnare una capatina nelle desolate praterie americane, Baja in primis!
A Spaggiari l'ingrato compito di girarci ininterrottamente per intuire i punti debolie  le aree da migliorare.
Più semplice e meno affetta dai problemi che affliggeranno la 450, la 350 rappresenterà la scelta preferita dai giovani Riders dell'epoca.
Ed ancora oggi, visto l'acquisto massiccio di 450 destinate a diventare delle Spaggiari replica.
24 cavalli, un peso contenuto in soli 133Kg e un serbatoio a goccia da 2,6 galloni americani (10 lt).


Scrambler come modo di saper affrontare la vita, superare gli ostacoli con disinvoltura.
Scrambler come la vita stessa. Un rompere la stibilità e nonostante tutto restare in equilibrio.

La trovatella.



La prima che incontro è stata abbandonata in un fienile. Dimenticata, amata finchè poteva assolvere al proprio scopo, il trasporto veloce e divertente di persone e beni.
Ai primi problemi, le prime rotture, le prime scarpinate a piedi è stata appoggiata ad un muro. E lì ci è rimasta per i successivi 30 anni.
Questo, sembra sussurrare se la guardi un po' troppo a lungo.
Questo, se aveste un fienile in cui Vostro nonno stipava le cose di valore, ma non funzionanti.

Ma non disperate. A tutto c'è una soluzione: può sempre tornare così!

Un ciao a Simona Tamburini

Splendida spendente, con motore funzionante, elegante e rombante, moto mirabolante.
Un manipolo di meccanici, soldi, pezzi di ricambio e tempo. Sheckerate bene e lo Scrambler 350 nuovo di zecca è pronto.

Ma se Vostro nonno o Vostro babbo hanno amato questo piccolo gioiello di meccanica fatto in Italia allora lo stato in cui potreste trovarlo non si discosterebbe poi tanto da Lei..
La Conservata.



(non credo Ve la lasceranno guidare, se non sotto la loro supervisione)
Semplicemente questo modello ha trascorso la Sua vita venendo curato e manutentato con cadenze regolari.
Anche la vernice è rimasta la medesima di quegli anni.

Riprendiamo quel manipolo di meccanici che hanno restaurato la seconda Scrambler.
Ecco, bravi! Proprio loro. Ma secondo Voi dove hanno imparato il proprio mestiere?
Anni di esperienza? Sicuramente. Nient'altro? Nessuna idea?
Vi do un suggerimento: Istituto Alberti.
Prof mi da una mano a spiegare chi siete e cosa fate?

"Innanzitutto le Scrambler sono le mie eh!?"

Davvero?

"Sì, le prime due sì! L'altra è del mio "allievo", Fabio Duchi, ma hai visto che bella che è venuta fuori? E poi abbiamo anche loro due: due 450 Desmo, una del 73 con freno a tamburo e una 74 col disco, che belle! Ti dirò questa, a casa mia la cinghia serve a tener su i calzoni, va che belle che son queste, motore mono senza cinghie, meccanica a vista!"


Sì, sono tutte stupende!
Ma tornando alla prima domanda, cosa si fa all'Alberti? Cos'è l'Alberti?

"L’Istituto Alberti, fondato nel 1882, è la più antica scuola superiore di Rimini che nel 1956 prende il nome di Istituto Professionale Statale per l’Industria e l’Artigianato Leon Battista Alberti.
Oggi l’Istituto conta circa 700 studenti che vengono formati con le più moderne tecnologie nel settore ottico, elettrico-elettronico e meccatronico per mezzi di trasporto, industriale, produzione metalmeccanica.
Grazie al supporto di ACAR (Associazione Concessionari Auto Rimini) l’Istituto vanta uno dei migliori laboratori di diagnostica e collaudo veicoli in Italia."
Roberto mi sembri sintetico e stringato quanto un comunicato stampa!

E perchè siete qui al WDW?

"L’Istituto Alberti, è stato invitato al WDW 2018 come sostenitore di un’attività volta a sensibilizzare ed incentivare la salvaguardia e la tutela del patrimonio storico motoristico italiano, con un particolare occhio di riguardo per le nuove generazioni di studenti, appassionati al mondo delle moto, della tecnologia motoristica e della sua storia.
La presenza al WDW, corona la tenacia della Nostra scuola, guidata dalla Preside Prof.ssa Alberta Fabbri e dal Vicepreside Franco Cricenti, che è TEXA Academy dal 2007, vanta collaborazioni con le circa 300 aziende di settore tra cui spiccano nomi come Megavision, Volvo Trucks, SCM Group, e si è resa protagonista d’iniziative che hanno nel tempo l’hanno accreditata nel territorio"
Ed ecco il motivo della presenza della 98T del 1957, fermo da oltre 30 anni.



Incapace più di muoversi o muovere il proprietario.
Vincenzo Spolidoro 5E, Skender Toci 5E, Federico Zangoli 5E, Simone Corcelli 5E, Stan Caesar Sebastian 5E e Marco Mazzini 5G invece, sotto la guida del Prof hanno fatto il miracolo. Non solo l'hanno riparato e rimesso a nuovo, ma hanno avuto il privilegio che a dar nuovamente la scintilla di vita alla moto fosse un Pilota del calibro di Carlos Checa, iridato con Ducati nel 2011 in SBK."

Credits to MASSIMO MENINI

Roberto scherzi??

"Dì ma noi prepariamo le Moto per i Grandi Rally Africani! E la Dakar, anzi le Dakar, quella vera e quella che si fa adesso in Sud America, guarda mo lì, Lui ha pure vinto la categoria Marathon alla Dakar del 2012!"

Paolo Massari e un'impresa da far impallidire anche i duri più duri.


Riuscire dove Case Ufficiali e ben più blasonate della Rieju hanno fallito. I sacrifici, la lontanaza dalla famiglia. La voglia di vincere e imporsi nella competizione più difficile al mondo.
Grazie Paolo per aver spese tempo e ricordi con un sig.Nessuno come me!

"E i lavori per le Ferrovie dello Stato? I restauri dei veicoli d'epoca? Te dimmi chi può vantare di aver rimesso a nuovo un motore Isotta Fraschini di un Biplano Caproni del 1916?
Ricordati sempre Luca: Fatti non pugnette!
Se alle parole non seguono i fatti perdiamo solo tempo, restiamo immobili in mondo che corre a 300 Km/h.
Ma te poi sai del Mio, del Nostro scooter a Metano?"


Di cosa stai parlando Willis, pardon, Roberto?
"Di un modo nuovo d'intendere la mobilità urbana, i consumi l'inquinamento la manutenzione l'economicità del progetto!
Una rivoluzione culturale in ambito motoristico che potrebbe avere lo stesso impatto che ha avuto l'illuminismo durante il rinascimento!"
E perchè potrebbe?
Perchè questa è altra Storia, e te la racconterò con calma, ricorda però che in assenza di luce, l'oscurità prevale. Ed esistono cose che complottano nella notte, non farti illusioni in proposito. Noi siamo quelli che controcomplottano! Abbiamo lavorato troppo duramente e non possiamo arrenderci!
Per l'applicazione di una normativa europea travisata da una traduzione volutamente lacunosa!
Quindi pazienta Luca, verrà il momento per tornare sull'argomento..

Nel mentre Livio osserva, parla, il nuovo Registro Ducati, la possibilità di censire la propria Ducati Storica, i preparativi per il concorso della migliore Heritage, storica o compagna di una vita da una vita.

Il tempo scorre, indugio in foto e video. Carpisco informazioni che rimarranno per me.
Altre le sto condividendo con Voi, come una comunione d'informazioni.
Mi prendono per una manica, Edo Mattia dai che arrivo su!
Decidiamo di proseguire: i vari Mondi Ducati non aspettano altro che farsi ammirare, mostrarsi a Noi.

Se l'Heritage rispecchia le fondamenta, i padiglioni Monster e Panigale rappresentano le mura su cui si edifica la Rocca Felsinea del Desmo.
Partiamo dal Mondo dal Monster.


Restare immuni al Suo fascino è come restire a Medusa. Rimani lì, impietrito a fissarne le forme.
Nella Sua semplicità costruttiva è racchiusa la chiave di volta del Suo successo.
Galluzzi è stato in grado di sintetizzarne appieno l'essenza quando ne riassunse così i connotati: due ruote un manubrio e un faro circolare.
Semplicità di design che si ripercuote anche nella costruzione. Materiali nobili sì, ma presi in prestito, almeno per la prima seria del '93, dalla produzione di quell'anno!
Attingendo dalla grande scatola LegoDesmo il Designer del Centro Stile è stato in grado di creare con una motorivoluzione un nuovo segmento, una vera e propria fetta di mercato.
Non la solita Race Replica, ma una godibilissima moto all round, a tutto tondo detta all'italiana, con una ciclistica sana, un motore corposo ma meno delicato, assetato e potente in termini assoluti del DESMOQUATTRO, ma al tempo stesso in grado d'incarnare perfettamente il ruolo di Status Symbol, di moto icona, un bel DESMODUE "valvoloni" lì in mezzo.
Come avvenne decenni prima con lo Scrambler.
Da Senna a Barry Sheene, passando per Mansell, tutti proprietari del Mostro!
Star del mondo dello spettacolo, attori, piloti tutti innamorati del Mostro!
La vera fortuna? La possibilità di cucirselo addosso, i centauri degli anni 90 non avevano più la scimmia addosso, ma un Monster su misura.
Potevi metter mano al motore, modificarne la ciclisica, potenziare i freni. Vernici sgargianti per riders esigenti!
Soddisfava qualsiasi voglia, dal tornante alla pista. Dalla sgroppata in solitudine al giro con compagna/consorte al seguito.

E allora GRAZIE!
Grazie SUPERSPORT!
GRAZIE 888/851!
Grazie DARMAH!
GRAZIE MOSTRO!
GRAZIE MIGUEL!
GRAZIE DUCATI.

25 Anni e non sentirli..
Parcheggiate all'esterno del Padiglione ci sono le eredi: le TestaStretta moderne, quelle che hanno perso per strada quell'allure da Bestia mai doma che circondave le vecchie S4/R/RS.
Ora è tutto più user friendly.
Mica fanno paura a vederle da ferme.


Il problema è che vanno come una fucilata e fanno male uguale.
Se prima erano lupi in mezzo ad agnelli oggi sono lupi travestiti da agnelli.
E' vero, con buone maniere e magari gentile ai bassi.
Passata però la soglia dei bassi arrivano i medi. e da lì ricordateVi che in mezzo a quel traliccio c'è pur sempre un desmo.
Una bombarda pronta a darvi una pedata nel sedere sempre molto volentieri.


Adiacente alle moto di serie un nuovo spazio espositivo.
Il #GARAGECONTEST !


Sono le diverse, le modificate, quelle che hanno piantato il seme della follia nei proprietari.
Arrivati a modificarne l'anima, il cuore, lo scheletro!
Chi le ha semplicemente ritoccate!


Chi invece, come Il Grezzo, ha operato una modifca talmente radicale da elevare il concetto Mostro ad opera d'arte, che valica i confini della Nostra realtà e si riempie delle immagini di Ridley Scott (Alien e Blade Runner non sembrano poi solo due film su pellicola) e di Tron, Derezzed.




Ed i Daft Punk non suonano più così in digitale!

I miei compari ammirano guardano e scattano, fin quando tre sirene iniziano a cantare.
No niente incendi.
Nemmeno carabinieri!
Ps un sentito ringraziamento all'Arma e allo Staff del Circuito per il lavoro svolto contro dei criminali depravati intenzionati a rubare moto e/o accessori durante l'evento.
Ma sono tre vere sirene che iniziano a chiamarci, non per nome eh..



Alziamo lo sguardo solo un attimo, ciao Monstre! az videm dop!
Al richiamo delle sierene non si comanda e come cacciatori alla ricerche delle faggiane spudoratamente rubata questa al cacciatore di Faggiane Massimo Mennini e al Curator Livio), ci dirigiamo verso di loro.
In un attimo Mattia ed Edo vengono catturati dopo una strenua resistenza, durata ben una manciata di secondi!

Fortuna volle (poichè credo ci saremmo intrattenuti ben oltre i tre giorni di raduni) che alcune Lamborghini iniziassero a lacerare l'aria intorno al paddok con oscene sgasate in fuorigiri.


Cogliamo la palla al balzo per evitare disastri a casa e il tempo di un battito d'ali di un bradipo, o un surrogato di sigaretta a vapore che già attraversiamo la terza porta che conduce a(lla) Panigale.

Una magnificenza tecnologica tanto meccanica quanto elettronica.
Macchina nata sui circuiti del Mondiale è stata rimodellata per poter essere utilizzata dai comuni mortali sulle piste di casa Nostra, che guarda caso a rispondono ai nomi di Santamonica, Mugello, Imola e Monza, va che caso eh?!
Intervalli di manutenzione più lunghi, quanto una Multistrada.
Una potenza di 1.21 Gigawatt! No, scherzo! Così esagero!
Ma sono comunque 214cv, e salgono di altri 14 qualora vi scappasse il portafoglio per andare a fare shopping al padiglione TERMIGNONI.



Cavalli di una giostra che gira 13000 volte al minuto.
Vietata ai deboli di cuore. Una cifra ragguardevole per chiunque, soprattutto se pensiamo che erano numeri ad appannaggio della GP11, tanto per citare la zia.
Un motore che è semplicemente un piacere ammirarlo incastonato nella moto, ma che raggiunge lo stato dell'arte nello spaccato esposto nel Padiglione:
(video)
Dalla GP15 riprende tutte le migliorie introdotte, per poi auemntarne l'affidabilità generale.


Rallentato nei manovellismi e movimenti interni permette di ammirarne la complessità costruttiva.
Ma perchè in questo padiglione tutto è così curato?
Perchè questo Mondo Panigale rasenta lo stato dell'arte per presentazione moto/motore?
La risposta è più vicina di quanto non sembri.


Perchè rappresenta la celebrazione del Desmo nella Sua forma più autentica.
Le Corse.
Mike Hailwood Replica

Ducati 750 F1

Ducati 888

Ducati 916

Ducati 999


Il DNA sportivo viene esaltato inoltre da questo nuovo format, questa formula che soppianta  la vecchia Drag Race coi Diavel!

E quel Diavolo d'un Domenicali

Ceo Multidotato


 attaccato al Popolo Rosso, alle Rosse


e al WDW quanto ognuno di noi, crea ad hoc la 
RACE OF CHAMPIONS:


In pista la crem de la crem dei migliori piloti in circolazione!
Una Race Royale, dove tutti i piloti Ducati, dalla WSBK alla MotoGP, passando per Stock e CIV,  trovano il SantaMonica tutto per loro per gustarsi in anteprima le V4S.


Ricordiamo che il privilegio di svezzare le V4 per la prossima stagione della WorldSBK è dato al Team Barni e alle sapienti cure di Ivan Il Terribile Goi e Luca Conforti!
Stasi. Tribuna centrale come postazione obbligata per assistere alla partenza della Gara.


La pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori saluta i 91596 visitatori (numeri da capogiro che superano di gran lunga i 65000 della passata edizione)!

Due passaggi, l'inno, e la partenza è servita.
Poco importa se la gara si è conclusa anticipatamente causa maltempo.


Se ho saltato la parte riguardante il ritiro del Kit di Benvenuto, del ratto degli occhiali da sole e cappelli allo stand dell'Audi! Delle battute sconce e delle granite salvavita Beghelli.
Se ho saltato un giorno, o ho mescolato i ricordi!
Se i miei amici son diventati protagonisti di questo racconto surreale sul reale.


Se Livio è stato sacrificato e trasformato in un Virgilio gettato nell'Inferno Dantesco, ed io un povero HyperNessuno, a guardare stupito questa meraviglia di festa che nonostante i mille buoni propositi comunque mi lascia una nota agrodolce, se non amara.

Un mostro mutoide ci saluta


mentre ci incamminiamo per raggiungere un altro Mondo, un'altra porta da varcare, quella che ci riporta alla realtà

Quella del rientro a casa.
Sporco, sudato, assordato, sorridente ma un po' affranto.
Consapevole che non durerà in eterno questo senso di felicità collettiva.
Che per un attimo, per 3 giorni, 91596 ragazzi, riders, appassionati di moto hanno condiviso una pista ed il sogno di esserci. 

Un sorriso per la fotocamera.


Cheese, e siamo dentro.

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