COLLEZIONE POGGI: THE RACING ARMY
(stream)
(no spoiler)
(Si riprende in medias res)
..E pur non avendo corso in prima battuta con una propria scuderia, beh, Poggi di bestie rare ne ha.
E tante.
Viste le Yamaha no!?
Vi dico solo, o magari mi ripeto, che nemmeno al Yamaha Comunication Plaza hanno un dispiegamento di TZ da corse paragonabile a quello di Pierluigi.
Senza considerare la componenetistica di ricambio, che gli permette d'avere tra le proprie fila una vera e prorpia armata da corsa.
Tra pistoni, bielle, alberi motore, carter frizioni e chi più ne ha più ne metta, è in grado di sfidare la scommessa col tempo ed affrontare tutte le tappe europee del mondiale.
Ricordate "la manutenzione scrupolosa"?
Il riflesso naturale di questo aspetto non è solo nel controllo e cambio olio, ma avere a disposizione la componentistica originale dell'epoca..
Pezzi quasi più rari delle moto stesse.
Ed arrivi ad essere costretto a chiudere gli occhi.
Solo per un istante.
Troppe stelle fumanti. In un firmamento in declino che volge ormai sulla via del tramonto.
E vuoi raggiungerle queste stelle.
Infischiandotene di quello che dicono gli altri: è troppo lontano, e se poi non trovassi nulla d'interessante?
E se invece ci fosse Tutto?
E li riapro nella seconda sala.
La sala della Storia.
Se la prima è dedicata al concetto di Rise and Fall ot the TwoStroke Empire made in Iwata.
Beh qui le cose prendono un'altra piega, altre pieghe.
Fatte da moto e uomini che, dopo aver percorso il proprio cammino in solitaria, ma mai realmente da soli, se ne sono andati. Chi uscendo di scena silenziosamente, chi preferendo un boato ed un ultimo rombo.
MV Agusta con carene a campana, degne compari di epiche scorazzate insieme alla Gilera GP 500, le F.B.Mondial e la MV.
Ciao Rodaggio!
In parata.
E pensare che da bambino, oltre che sfogliare postal market, il Tarquinio Nazionale lo conobbi per i mitici modellini in scala 1/9.
E guarda caso la PRO(vini)TAR(quinio) venne acquisita dall'allora giovane e rampante Parmeggiani, Bolognese e amante inverecondo delle DueRuote di quelle serie, ricordate...?
Come in un bellissimo puzzle in cui tutto sembra incastrarsi alla perfezione.
Due capolavori che insieme rasentano la perfezione meccanica
applicata al design.
E poi una Bimota che da sola vale l'intera sala!
La prima vera moto da corsa fatta da Bimota per partecipare al MotGP negli anni 74 e 75.
Motore in dote da Yamaha, un bel 250 due tempi, sviluppata anche in versione 350, e telaio realizzato inizialmente per Paton.
I piloti?
Johnny Ceccotto, Marco Lucchinelli, Gallini, Tordi e un certo Cesenate di nome Otello, Otello Buscherini.
Le Inglesi, dominatrici indiscusse dei primi anni 50 nel Campionato Mondiale.
Le capostipiti delle moto da corsa.
Prima di loro moto adattate a correre.
Pietra miliare per gli anni a venire la Manx resta tutt'oggi un bellissimo esempio di come un buon telaio congiunto ad un peso contenuto possano sopperire tranquillamente alla mancanza di cavalli.
E in un angolo della seconda sala si trova in disparte una rampa di scale.
Senza proclami, senza strilli o grida o led luminosi.
Solo due colori a richiamare l'attenzione del visitatore.
Climax ascendente verso un scorcio del passato Bolognese, fatto di uomi e imprenditori che hanno dato ogni parte di sè stessi al Nostro Sport.
E il loro nome rimane impresso come un marchio a Fuoco nelle pagine della Storia.
E allora li salgo questi scalini, che defilati rispetto all'ambiente circostante mi portano su un altro piano.
Non che la realtà cambi, è come la percepiamo.
Un certo Hector era solito ripetere che il mondo fosse una volta un posto più grande.
Purtroppo il mondo è sempre uguale, è il resto che è più piccolo.
Minarelli, F.B.Minarelli.
20000 motori l'anno a metà degli anni 50.
200000 motori stradali e 50000 agricoli dopo lo spostamento della fabbrica per aumentare la produzione nel 1967.
2002 the Japanese Odissey.
Praticamente in mano alla Ymaha si ritrovano a dover affrontare dopo pochi anni dalla totale acquisizione una delle crisi più dure mai registratesi a livello globale.
Tra tagli ai posti di lavoro e ridimensionamento del personale e ottimizzazione lavoro la Ymaha Minarelli è ancora presente pronta a mettere in moto migliaia di giovinotti, che non vedono l'ora a sentire sulla propria pelle l'ebrezza del vento in equilibrio instabile su due ruote.
Ma chi prendo in giro.
La verità è che alle nuove generazioni interessa poco o niente il motorino, la libertà, la voglia uscire e fare un giro, portarsi sì dietro i mille problemi adolescenziali, ma relegandoli in un angolino del casco, perchè c'è vita là fuori, c'è l'indipendenza!
Fandonie.
Niente, oggi abbiamo barattato la realtà con quella virtuale.
Che non è sinonimo di libertà, ma segregazione.
Celebrale. Non che io mi senta più libero, visto i canali social aperti, o il lavoro che mi costringe ad usare queste interfacce; ma di certo di fronte a determinati eventi, o a colonne portanti del motociclismo, della Nostra Storia, come per esempio avvenuto qui a Castenaso, riesco ancora a stupirmi, fortunatamente.
Non voglio alimentare una sterile polemica. Resta solo il rammarico nel vedere che è la "Vecchia Guardia" ad avere gli occhi lucidi nel contemplare questi tributi alla Velocità.
Qui i colori dominanti sono il verde e il giallo. Colori da corsa, colori che hanno messo in moto l'Italia, colori che rappresentano i bei tempi che furono.
Colori che per la Bologna dei motori significava F.B.Minarelli.
Legata a doppio filo con la Yamaha, da satellite che gravitava nell'orbita di Iwata ne è entrata a far parte a tutti gli effetti nel nuovo Millennio.
Il filo che lega indissolubilmente Rino a Yamaha passa anche da e per Bologna.
Esposte potete trovare le migliori macchine da corsa dei tempi che furuno.
Motociclette ad alte prestazioni, adatte ad altre prestazioni, non solo per il Mondiale di Motociclismo, ma anche e soprattutto per i record di velocità e d'accelarazione.
E se è vero che la 125GP Bicilindrica fa sfoggio del proprio Palmarès di tutto rispetto, portata per 32 volte sul gradino più alto del podio da Bianchi, il Nostro Reggiani e dalla Leggenda della MotoGP Angel Nieto, è con il Cesenate Otello Buscherini che ci si commuove nel vedere le Sue carene esposte.
Il buon Otello che ha corso anche la Bimota di prima.
Pilota minuto, ma di una caparbietà e di una determinazione tipica del capione navigato.
In questo libro inoltre viene spiegata in maniera esaustiva la Sua Storia, tragica, e le Sue imprese e successi ottenuti con mezzi spesso al di sotto delle proprie capacità.
Ah, Gigi, Mattia, sia chiaro. Non mi son mica dimenticato di Voi.
Anzi, se non foste venuti con me probabilmente questo elaborato non sarebbe neppura come è ora.
Ritorno alla sala inferiore del piano terra, seguitemi, e dalla seconda passiamo ora alla terza sala:
Parola d'ordine come imperativo categorico.
E come nelle più belle collezioni d'amore, Rino ha deciso di dedicare un intero spazio espositivo all'altra faccia del Motociclismo, quello fatto di fango pollvere e gloria (poca in terra italica): il non plus ultra della produzione entro fuoristradistica Europea e Mondiale.
E mentre continuo a guardere freneticamente a destra e a sinistra in modo molto poco regolare
sbircio nell'ultima sala, che è delimitata da un nastro blu.
Perchè il Sig.Poggi ha pensato a tutto. Ha dedicato praticamente la Sua vita alla Collezione Poggi.
Ha persino la Sua personale officina all'interno.
Per poterLe curare, accudire e crescere.
E se professate, non dico amore per le due ruote, ma un semplice interesse per loro..
Se ad ogni scoppietto in rilascio volgete lo sguardo verso la fonte di quella cupa e tonante melodia..
Se ad ogni perdita d'aderenza della ruota posteriore immaginate derapate di potenza, anche se poi tirate il freno posteriore..
E anche se guidate un semplice scooter immaginate di guidare una moto pronta a tutto, a portarVi oltre i limiti dell'immaginazione..
Beh io se fossi in Voi 7€ li investirei qui.
Perchè la memoria non ha prezzo.
Perchè ogni tanto la forza di volontà di una persona va premiata, anche con un semplice:
Grazie Rino.
Grazie per quanto hai fatto.
Per Te. Per Noi.
Perchè dimenticare è il più grande peccato mortale. Così come l'indifferenza.
E se nemmeno ora Vi ho convinto..
Pace, Pazienza.
Vi ritroverete a rincorrere una bandiera.
A piedi.
Dai valà, Vi lascio i giorni di apertura:
(no spoiler)
(Si riprende in medias res)
..E pur non avendo corso in prima battuta con una propria scuderia, beh, Poggi di bestie rare ne ha.
E tante.
Viste le Yamaha no!?
Vi dico solo, o magari mi ripeto, che nemmeno al Yamaha Comunication Plaza hanno un dispiegamento di TZ da corse paragonabile a quello di Pierluigi.
Senza considerare la componenetistica di ricambio, che gli permette d'avere tra le proprie fila una vera e prorpia armata da corsa.
Tra pistoni, bielle, alberi motore, carter frizioni e chi più ne ha più ne metta, è in grado di sfidare la scommessa col tempo ed affrontare tutte le tappe europee del mondiale.
Ricordate "la manutenzione scrupolosa"?
Il riflesso naturale di questo aspetto non è solo nel controllo e cambio olio, ma avere a disposizione la componentistica originale dell'epoca..
Pezzi quasi più rari delle moto stesse.
Ed arrivi ad essere costretto a chiudere gli occhi.
Solo per un istante.
Troppe stelle fumanti. In un firmamento in declino che volge ormai sulla via del tramonto.
E vuoi raggiungerle queste stelle.
Infischiandotene di quello che dicono gli altri: è troppo lontano, e se poi non trovassi nulla d'interessante?
E se invece ci fosse Tutto?
E li riapro nella seconda sala.
La sala della Storia.
Se la prima è dedicata al concetto di Rise and Fall ot the TwoStroke Empire made in Iwata.
Beh qui le cose prendono un'altra piega, altre pieghe.
Fatte da moto e uomini che, dopo aver percorso il proprio cammino in solitaria, ma mai realmente da soli, se ne sono andati. Chi uscendo di scena silenziosamente, chi preferendo un boato ed un ultimo rombo.
MV Agusta con carene a campana, degne compari di epiche scorazzate insieme alla Gilera GP 500, le F.B.Mondial e la MV.
Ciao Rodaggio!
Gilera Piuma 500 1954-1959:
Monocilindrica da 38cv a 6000rpm per un peso di 124Kg e 190 Km/h
Gilera GP 500 1956-1960:
4 in linea, 70cv a 10500rpm per 150kg e oltre 250 Km/h.
Solo 15 esemplari al Mondo, ed uno di loro è qui!
MV Agusta CSS 175 1955:
Monociclindrica da 15cv a 8800rpm peso forma di 112kg e 135 Km/h
La F.B.Mondial e l'indimenticabile Provini.
E tutt'ora indimenticato.
Dalla 125 Monoalbero
Alla 175 Monoalbero
In parata.
E pensare che da bambino, oltre che sfogliare postal market, il Tarquinio Nazionale lo conobbi per i mitici modellini in scala 1/9.
E guarda caso la PRO(vini)TAR(quinio) venne acquisita dall'allora giovane e rampante Parmeggiani, Bolognese e amante inverecondo delle DueRuote di quelle serie, ricordate...?
Come in un bellissimo puzzle in cui tutto sembra incastrarsi alla perfezione.
Ed ancora Dario Marchetti, Daytona e la macchina da guerra 749R
996
Due capolavori che insieme rasentano la perfezione meccanica
applicata al design.
Ducati Mono
E poi una Bimota che da sola vale l'intera sala!
La Bimota YB1
Motore in dote da Yamaha, un bel 250 due tempi, sviluppata anche in versione 350, e telaio realizzato inizialmente per Paton.
I piloti?
Johnny Ceccotto, Marco Lucchinelli, Gallini, Tordi e un certo Cesenate di nome Otello, Otello Buscherini.
Le Inglesi, dominatrici indiscusse dei primi anni 50 nel Campionato Mondiale.
La splendida Norton Manx 500 del 1951 Corsa Lunga
E la rara Norton Special 500 del 1933.
Prima di loro moto adattate a correre.
Pietra miliare per gli anni a venire la Manx resta tutt'oggi un bellissimo esempio di come un buon telaio congiunto ad un peso contenuto possano sopperire tranquillamente alla mancanza di cavalli.
E in un angolo della seconda sala si trova in disparte una rampa di scale.
Senza proclami, senza strilli o grida o led luminosi.
Solo due colori a richiamare l'attenzione del visitatore.
E il loro nome rimane impresso come un marchio a Fuoco nelle pagine della Storia.
E allora li salgo questi scalini, che defilati rispetto all'ambiente circostante mi portano su un altro piano.
Non che la realtà cambi, è come la percepiamo.
Un certo Hector era solito ripetere che il mondo fosse una volta un posto più grande.
Purtroppo il mondo è sempre uguale, è il resto che è più piccolo.
Minarelli, F.B.Minarelli.
20000 motori l'anno a metà degli anni 50.
200000 motori stradali e 50000 agricoli dopo lo spostamento della fabbrica per aumentare la produzione nel 1967.
2002 the Japanese Odissey.
Praticamente in mano alla Ymaha si ritrovano a dover affrontare dopo pochi anni dalla totale acquisizione una delle crisi più dure mai registratesi a livello globale.
Tra tagli ai posti di lavoro e ridimensionamento del personale e ottimizzazione lavoro la Ymaha Minarelli è ancora presente pronta a mettere in moto migliaia di giovinotti, che non vedono l'ora a sentire sulla propria pelle l'ebrezza del vento in equilibrio instabile su due ruote.
Ma chi prendo in giro.
La verità è che alle nuove generazioni interessa poco o niente il motorino, la libertà, la voglia uscire e fare un giro, portarsi sì dietro i mille problemi adolescenziali, ma relegandoli in un angolino del casco, perchè c'è vita là fuori, c'è l'indipendenza!
Fandonie.
Niente, oggi abbiamo barattato la realtà con quella virtuale.
Che non è sinonimo di libertà, ma segregazione.
Celebrale. Non che io mi senta più libero, visto i canali social aperti, o il lavoro che mi costringe ad usare queste interfacce; ma di certo di fronte a determinati eventi, o a colonne portanti del motociclismo, della Nostra Storia, come per esempio avvenuto qui a Castenaso, riesco ancora a stupirmi, fortunatamente.
Non voglio alimentare una sterile polemica. Resta solo il rammarico nel vedere che è la "Vecchia Guardia" ad avere gli occhi lucidi nel contemplare questi tributi alla Velocità.
Qui i colori dominanti sono il verde e il giallo. Colori da corsa, colori che hanno messo in moto l'Italia, colori che rappresentano i bei tempi che furono.
Colori che per la Bologna dei motori significava F.B.Minarelli.
Legata a doppio filo con la Yamaha, da satellite che gravitava nell'orbita di Iwata ne è entrata a far parte a tutti gli effetti nel nuovo Millennio.
Il filo che lega indissolubilmente Rino a Yamaha passa anche da e per Bologna.
Esposte potete trovare le migliori macchine da corsa dei tempi che furuno.
Motociclette ad alte prestazioni, adatte ad altre prestazioni, non solo per il Mondiale di Motociclismo, ma anche e soprattutto per i record di velocità e d'accelarazione.
Minarelli 125 GP Bicilindrica
E se è vero che la 125GP Bicilindrica fa sfoggio del proprio Palmarès di tutto rispetto, portata per 32 volte sul gradino più alto del podio da Bianchi, il Nostro Reggiani e dalla Leggenda della MotoGP Angel Nieto, è con il Cesenate Otello Buscherini che ci si commuove nel vedere le Sue carene esposte.
Il buon Otello che ha corso anche la Bimota di prima.
Pilota minuto, ma di una caparbietà e di una determinazione tipica del capione navigato.
In questo libro inoltre viene spiegata in maniera esaustiva la Sua Storia, tragica, e le Sue imprese e successi ottenuti con mezzi spesso al di sotto delle proprie capacità.
Ah, Gigi, Mattia, sia chiaro. Non mi son mica dimenticato di Voi.
Anzi, se non foste venuti con me probabilmente questo elaborato non sarebbe neppura come è ora.
Ritorno alla sala inferiore del piano terra, seguitemi, e dalla seconda passiamo ora alla terza sala:
Regolarità.
Parola d'ordine come imperativo categorico.
E come nelle più belle collezioni d'amore, Rino ha deciso di dedicare un intero spazio espositivo all'altra faccia del Motociclismo, quello fatto di fango pollvere e gloria (poca in terra italica): il non plus ultra della produzione entro fuoristradistica Europea e Mondiale.
Pezzi unici, come la Suzuki 250RM di Alex Puzar, Chesterfield iridata nel 1990
o la Yamaha YZ 490
E mentre continuo a guardere freneticamente a destra e a sinistra in modo molto poco regolare
sbircio nell'ultima sala, che è delimitata da un nastro blu.
La sala che andrà ad ospitare una mostra monografica dedicata ad un'altra colonna del motociclismo dapprima nostrano fino a raggiungere le vette del mondiale Superbike, insidiando ripetutamente i più grandi delle derivate di serie con la Desmo NCR.
Perchè il Sig.Poggi ha pensato a tutto. Ha dedicato praticamente la Sua vita alla Collezione Poggi.
Ha persino la Sua personale officina all'interno.
Per poterLe curare, accudire e crescere.
E se professate, non dico amore per le due ruote, ma un semplice interesse per loro..
Se ad ogni scoppietto in rilascio volgete lo sguardo verso la fonte di quella cupa e tonante melodia..
Se ad ogni perdita d'aderenza della ruota posteriore immaginate derapate di potenza, anche se poi tirate il freno posteriore..
E anche se guidate un semplice scooter immaginate di guidare una moto pronta a tutto, a portarVi oltre i limiti dell'immaginazione..
Beh io se fossi in Voi 7€ li investirei qui.
Perchè la memoria non ha prezzo.
Perchè ogni tanto la forza di volontà di una persona va premiata, anche con un semplice:
Grazie Rino.
Grazie per quanto hai fatto.
Per Te. Per Noi.
Perchè dimenticare è il più grande peccato mortale. Così come l'indifferenza.
E se nemmeno ora Vi ho convinto..
Pace, Pazienza.
Vi ritroverete a rincorrere una bandiera.
A piedi.
Dai valà, Vi lascio i giorni di apertura:
E con mio fratello Vi do il ben servito con un BUON WEEKEND, BUON MUGELLO E UN BUON COMPLEANNO A ME!