Πάνταh Pεῖ : L'evoluzione della Specie secondo XTR PEPO, aka Pepo Rosell


Pantah, come la pantera. E che pantera.


Contrapposta a Darmah, la tigre di Sandokan, la tigre di Salgari.
Felini esotici, agili, ma letali.
In quel di Borgo Panigale, sul finire degli anni 70 è un attimo restarne affascinati, vedendo le gesta eroiche di un giovane Kabir.
Prima, molto prima, che venisse deportato sull'Isola dei Tremendi nei primi 2000.


Ma il mio retaggio classico m'impone di vedere nel nome stesso un'altra faccia.
Tralasciando la Pantera Nera indiana il mio pensiero vola da Eraclito, "quello" del "Tutto Scorre".
Motto che insieme al Carpe Diem oggi campeggia in bella vista tatuato in ogni dove.


Pantah Rei - Tutto sCorre
Un concetto che ben rappresenta quanto fatto da DUCATI fino ad oggi.
Tutto si muove, non sta fermo un bel nulla.
Così dal mono desmo 125GP si cambia marcia e si passa sul finire degli anni 50 ai bicilindrici paralleli per giungere poi ai coppie coniche degli anni 70 fino ad approdare alla distribuzione a cinghia degli anni 80.
Rigorosamente due valvole. Rigorosamente ad aria.
Tutti con un unico padre, un Genio o un Mago, che veniva da Lugo.
Quel Taglioni che ha saputo traghettare la Ducati, "modesta" fabbrica di motoleggere dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel presente, o meglio nel futuro.

Pantah Rei.
Moto continuo, un perenne mutare.
E se negli anni 80 la Pantah la ricordiamo così


Pepo Rosell, per molti semplicemente Pepo, per le riviste di settore XTR PEPO, seguendo lo scorrere ed il mutare continuo, se la immagina così:

Scorre.
Va oltre.
In occasione del MotorBikeExpo 2019 che quest'anno ho saltato a piè pari, causa Violante aka Pericolo Costante, Pepo ha (ri)portato infatti la Pantah XTR.
E' una sorta di "WHAT IF" di Marveliana memoria.


E se Ducati non avesse interrotto la produzione del Pantah, oggi che linee avrebbe?
Alla luce delle nuove normative antinquinamento il raffreddamento ad aria sarebbe sparito.
Sarebbero aumentate le valvole.
E di conseguenza e prestazioni.
Ma sempre bicilindrica sarebbe.
E se...?
Pepo non immagina, fa.
Ed è un attimo prendere un Monster 821 2014 ed iniziare plasmare la nuova Pantah.
Sarebbe poi tanto differente da Lei?


La spoglia del superfluo come una caliente chica in un caldo giorno d'estate e le cuce addosso un succinto abito da corsa dal sapore vagamente retrò.


Ne lascia scoperta la meccanica, che in un gioco di vedo e non vedo strizza l'occhio a certa lingerie degna di Victoria's Secret.


Pepo elide il telaietto reggisella in composito per far rinasce un codone monoposto sorretto da una struttura metallica funzionale quanto sensuale a sguardi smaliziati.


Vero elemento di rottura col passato è il faro. Che da mono si sdoppia in due unità distinte.


Pronte ad illuminare la tortuosa via. O semplicemente è un omaggio ai Desmo che così equipaggiati se la giocavano al Montjuic.
Perchè la Pantah XTR soltanto dritto non ci vuole andare.


Il cuore è celato tra il telaio a traliccio, categoricamente rosso, e la mezza carena.


Il Desmo quattro Testastretta, ricevuto in dote dal Monster 821, se in configurazione stock arriva a garantire 112 cavalli a 9250 giri al minuto, con le modiche a scarico, filtro ed air-box,  Pepo porta una manciata in più di Desmo puledri all'interno della stalla.
E i 179kg, togliendo catalizzatore, portatarga e modificando lo scarico con un bel megafono Spark non sono poi un miraggio!
Alla voce agilità risponde con nuovo mono posteriore e forcella preparata direttamente dal Re delle sospensione, Andreani.


Ecco.
Questa sarebbe potuta essere la Ducati Pantah odierna, se al suo posto non fosse sopraggiunta la famiglia SuperSport (più che sopraggiunta, sarebbe meglio parlare di ritorno, ma questa è un'altra Storia).
Insomma, che ve ne pare?


Passa a pieni voti la prova costume o necessita di ulteriori rifiniture?
State attenti a come rispondete, perchè è un attimo resettarvi!

Ciao Pepo!

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