200 MIGLIA DI IMOLA. Revival.

Una Medaglia, la Luna e questo Revival ad Imola.
Due volti, due lati; quello che tutti vedono, idealizzano anno dopo anno.
In questo caso un luogo sacro, circo massimo di grandi duelli all'ultima curva.
Ed uno nascosto, quasi defilato, ma immanente. 
Come un Giano Bifronte, Imola resta a guardia della suo passato, del suo presente e del suo futuro.


Checco Costa
200 Miglia
1972
Ducati

Una formula unica, che viene da lontano, Daytona. Quegli americani con le loro camice a fiori, la brillantina e il loro modo di guidare, #GoFastTurnLeft .
Quanto tempo che è passato. Quei missili colorati, non plus ultra della produzione stradale dell'epoca, appaiono oggi goffi nelle loro carene abbondanti. Niente a che vedere con le ipersportive di oggi, nei loro abiti attillati, e scollati. Le maxi, che ancora oggi ci fanno battere il cuore, che si buttano nella mischia nel toboga del Santerno.  Era una Domenica, quel 23 Aprile del 1972.

E cos'è successo quella Domenica?
Ducati ha scritto una delle sue più belle pagine di storia. Certo ma non fu solo quello.
Agostini dovette piegarsi al "Potere Ducati". Sicuro, accadde anche questo. Ma fu qualcos'altro.
Fu la scommessa di un uomo, di Francesco Costa, che non si limitò semplicemente a guardare lontano, così lontano fino ad arrivare in America. Ma lontano negli anni.
Quel giorno di un futuro passato si consumò una gara che rappresenta l'apertura al motociclismo moderno. Maximoto di derivazione stradale preparate e pronte per sfidarsi fino all'ultimo goccio di benzina su un tracciato epico come quello di Imola.
Cavalleggeri moderni, sui loro destrieri meccanici, pronti a tutto per la gloria. A qualunque costo. A qualunque prezzo. Questi Figli del Vento quella Domenica hanno letteralmente infiammato gli animi degli oltre 70000 spettatori. Sfidando l'iperurano, se stessi, prima ancora dei propri avversari o i limiti della propria moto.

E proprio uno di quei 70000 testimoni ho avuto modo di incontrare al Santerno. Gli occhi lucidi.

"Tradiscono i decenni
saranno gli anni fa.
Il tempo li fà belli
questi anni non li avrai,
se no li perderai."


Guilli Mulazzani, colonna portante del motociclismo Romagnalo, ritrova Imola dopo ben 47 anni.
Non che non ci sia più tornato da allora, visto per un periodo ha organizzato il Gran Premio d'Italia con la Super8.
Ma i ricordi di quella gara, i sorpassi, "Agostini va che andava eh!? Oh è stato sorpassato dopo 10 giri in testa, dai che roba ragazzi".

La memoria ferma come un istantanea la gara, consegnado al mito i propri idoli, falsando di poco la realtà, il paddock, i box, la folla. Ricordi che prendono vita nelle note gutturali dei bicilindrici felsinei, mescolati ai 3cilindri anglo-varesini e ai 4 in linea in una sinfonia unica. 

La Daytona d'Europa la chiamavano.
Se l'epiteto richiama l'America il nostro Santerno, però è più vicino all'Inferno Verde di quanto non lo sia la pista a stelle e strisce.
3 rettifili da 2712 metri che si raccordano in toboga di 16 curve con raggio variabile dai 36 ai 655 metri sviluppando altri 2305 metri. 
5017 metri.
Il Piccolo Nurburgring, che se anche piccolo suscitava, e lo fa ancora oggi, timore reverenziale. Capace di trasformare anche il più ardito dei colossi in un pigmeo di fronte alle Acque Minerali, alla Tosa o alla Rivazza.

Ma io non ebbi la possibilità di vedere nulla di tutto ciò.
Mi fu precluso per nascita.
Il tempo gioca sempre strani scherzi, no?
Quel maledetto tempismo.
Ma secondo voi, è possibile rimpiangere epoche mai vissute? Vivere attraverso gli occhi e i ricordi di altri?

Oggi è Sabato 4 Maggio 2019, e fa caldo, nonostante il cielo plumbeo carico di cattive intenzioni.
Ogni tampo un raggio di Sole lambisce l'asfalto, cercando di contrastare il maltempo. A volte vince, altre volte cede, lasciando cadere una lacrima o due.

47 anni da allora.
13 edizioni.
4 revival.
5 con questo.

Una medaglia, la Luna ed Imola.
Due volti, due facce, una in mostra, l'altra nascosta.
Cos'è rimasto di quell'evento, così avanti nel tempo, oggi?
E' rimasto tutto.
Non è rimasto niente.
E' rimasto molto.
E' rimasto poco.
E' rimasta la nota di cuore: c'è la musica dei motori.
Dai loro megafoni sputano echi di un motociclismo andato, consegnato alla gloria, alla memoria. Fatto di notti insonni, di meccanici e di piloti, di piloti meccanici, di star, di carter limati e di decimi ritrovati. Di olio di gomito e di coraggio, ed oggi come allora non li compri al kg.


Son rimasti i piloti, non tutti. Alcuni si godono lo spettacolo da lassù.
No, non dalla torre Dekra. Più sù, senza l'ingobro della collina del Santerno che copre in parte la vista  di quel pittoresco, veloce e sinuoso nastro d'asfalto.

Son rimaste le tute nere, oggi un po' meno nere e un po' più colorate.

"Tradiscono i decenni
decennio che volò...
nell'auto e sulla moto
su quei modelli andò,
stilistico volò."

E poi son rimaste loro. Le protagoniste di questa 200 Miglia
Sapete, alcune le avevo già viste ai vari Misano Classic, ma altre erano proprio Bestie Mitologiche, di cui avevo solo sentito parlare. Ammirate in foto sui libri, studiate in ogni dettaglio. Immaginate mie, anche solo in sogno. In parata per me, fumanti ed in trepidante attesa.
Il mio sogno svanisce quando un bicilindrico tossisce e mi sveglia, riportandomi alla realtà.
"Lunga vita al CorsaCorta", un inchino.

Ed eccole le altre, tutte in parata per voi, ma soprattutto per me.
Dalle DUCATI , più o meno moderne,

passando le meraviglie in mostra al BOX 13 di ALESSANDRO ALTINIER

E delle Bimota portate da Paolo direttamente dal BIMOTA CLASSIC PARTS?

Senza dimenticarci di tutte loro..
Per tutte le info sulle moto poi potete seguirmi su INSTAGRAM dove verranno analizzate tutte in dettaglio.





Se è rimasto tutto ciò, allora non manca nulla!
No, qualcosa si è perso.
Il rovescio della Medaglia, il lato oscuro della Luna, e l'altra faccia di Imola

Che cos'è questo elemento agrodolce che è rimasto come nota di fondo?
Forse la birra onesta delle 11? Probabile, ma non è solo lei.

Manca l'adrenalina, ecco.
Mancano i visi tesi, preoccupati. I piloti concentrati nei loro caschi in religioso silenzio.
Le foto di repertorio ci mostrano un'aura di sacralità nei box del Santerno.
La frenesia della corsa.

Ma la vita va avanti ed un revival non è una corsa.
Non è possibile pretendere altro se non questo: una veloce parata fatta di mezzi mirabili e di piloti che preferiscono le milfone alle giovani rampanti superbike.
E se alcuni Gubernatores Gloriosi erano gli stessi del Misano Classic, quelli che pur di trovare alcuni decimi sparsi per la pista si stendevano nel ghiaione, qui ricalibrano  la modalità "caccia ad ottobre rosso" a "scorribande allegre ma non troppo".
Si è forse persa la verve,  un po' annacquato il C2H5, lo spirito.
Sia chiaro, l'evento è stato semplicemente un successo, richiamando piloti di quelli buoni, da Gallina a Troy Bayliss.
Un grazie a Genesio Bevilaqua per aver portato in dote all'evento le Bestie Rare di Troy.
Ai Collezionisti, ma prim'ancora esteti della moto nonchè amanti delle curve pericolose, con uno schieramento di forze da far invidia all'Impero Austro Ungarico ai tempi d'oro.
Alessandro Altinier e alcune delle perle più rare che si possano incotrare oggi.
O Paolo Girotti, che in solitaria porta avanti un progetto tanto ambizioso quanto gratificante.
Il Bimota Classic Parts, atto dovuto nei confronti di tutti gli orfani Bimota. E se da Rimini occorre fare qualche km in più pazienza. "Il serpente che non cambia pelle è destinato a morire" diceva un tizio in Grecia.
Dopo tutto questo sproloquio in cui vi dato molte foto e qualche fastidio, è possibile rimpiangere epoche mai vissute? E' possibile rivivere attraverso gli occhi e i ricordi di altri momenti scolpiti nella memoria?

"Ma forse sto chidendo troppo, sto sognando. Chiedevo tanto semplicemente per appagare una mia curiosità. Quanto alla storia l'ho anch'io impressa nella mente e voglio descriverla perchè le ceneri della memoria non vadano disperse al vento"
-Sì, hai ragione vecchio mio. Quelli che verranno forse non sapranno cos'era questa Daytona che per alcuni giorni mobilitava un immenso mondo attorno ad una piccola città di provincia. Mi piace ricordare anche se mi viene un poco di tristezza. Del resto non è forse vero che si vive soltanto per ammucchiar ricordi senza neppure lasciarli in eredità..?-
E.P. da 200 Miglia di Imola, La Daytona d'Europa, 1973


"..questi anni non li avrai
Tradiscono i decenni.
saranno gli anni fa,
il tempo li fà belli,
questi anni non li avrai
se no
li perderai..."


Continuiamo ad andare in pista Ragazzi. Costruiamo i nostri ricordi da poter tramandare.
Per tornare lì, con loro, semplicemente socchiudendo gli occhi.
"Ah ma ti ricordi l'altra volta che asinata ha fatto? L'ha fat bein a met e' sumar sul casco!"
Tradiscono i decenni..


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Protti Luca
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