200 Miglia di Imola: Bimota Classic Parts

..Lascio Treviso, le inglesi da guerra ed Alessandro, e mi convinco sempre più che chi ha avuto la fortuna di vedere per la prima volta questa 200 Miglia di Imola, o come la stampa allora era solita chiamarla, la Daytona d'Europa, è stato davvero fortunato.
Anni d'oro, fatti di sperimentazioni, di intuizioni e rischi. Di test in gara e flop al traguardo. Di semplictà. E che se sì, ok, bellissimo il Revival, ma se questi corressero oggi chi la spunterebbe?
Una Royal Rumble, tutti in pista e che vinca il migliore!
Ok, banniamo subito la Desmo16, la 1098 e la 999. E anche Troy, altrimenti chi lo prende più.
Nel mentre che fantastico sulla pit lane incrocio lo sguardo di un pilota.
Ma secondo me quello è Paolo..

in un millesimo di secondo mi dico.
L'occhiata che mi lancia da dietro la visiera mi da conferma.
Senza affanno mi dirigo in fondo ai box.
A salutarmi c'è una parte della delegazione BIMOTA CLASSIC PARTS.
Mica male le bimbe.


Ciao Paolo! Allora??
Son passati due anni ma sembra ieri! Oh, ad Ottobre ci sei eh!

Battute a raffica. Mitraglia romagnola in presenza delle Zdore riminesi. Quelle che da Tamburini a Morri, finendo con Comini, hanno fatto innamorare milioni di terrestri.
Perchè di questo si tratta: se tutto è partito come fenomeno locale, di un idraulico che si era messo in testa di costruire moto, questo uomo che risponde al nome di Massimo Tamburini in realtà era solo un alieno, un genio extraordinario. Inespresso fino a quando non ha avuto modo di applicarsi. Di dar sfogo alla sua arte.
E da piccolo marchio di termoidraulica che si cimentava nella produzione di kit corsa per moto stradali, è nella prima metà degli anni 70 che Bimota fa il salto di qualità.
Un salto che valicato il tempo, le mode ed il design stesso.
Ha imposto canoni differenti, a prezzi differenti. 
Paolo ha raccolto il testimone, creando ex novo la Bimota Classic Parts, un unicum a livello mondiale dove portare a nuova vita le vecchie Bimota, o ringiovanire le burdelle riminesi.
Organizzato come uno show room al suo interno la Classic Parts cela quanto di meglio si possa trovare in fatto di moto del marchio romagnolo. E nella parte più interna, il cuore del Classic, dove vengono custoditi forcelloni, telai, cilindri, carene e qualnque altro ben di Dio prodotto da Bimota.
Via ora, oggi si corre.


1982 BIMOTA KB2 LASER S1
Secondo esperimento con motore Kawasaki, questa volta col 4 in linea da 500cc.
L'unità giapponese viene trapiantata sapientemente da Massimo che, in barba a Mary Shelley, dona la vita ad un traliccio al molibdeno costruito ex novo per la nuova KB2 S.
Secondo il principio della razionalità che guida Tamburini, la soluzione del nuovo telaio permette di sfilare le teste e il gruppo cilindri senza dover smontare il motore dal telaio stesso. Soluzione che verrà poi traslata sui modelli HB2/HB3 rendendo la vita al manutentore ancora più semplice: per motivi di economia di scala si creò il telaio "universale", capace di alloggiare i poderosi 4 in linea nipponici senza dover stravolgere i punti di attacco e lavorare al gruppo termico senza grosse difficoltà.
In media stat virtus: la massima di Masimo. Secondo il Nostro Michelangelo infatti una moto di media cilindrata, con un ottimo rapporto peso potenza, era in grado non solo di eguagliare, ma addirittura di risultare più efficace rispetto ad una maxi, sì più potente ma dal peso superiore e di conseguenza meno agile.
9 Kg il peso del telaio, 54 i cavalli nascosti nella manopola destra, Campagnolo assiste nella dieta a base di magnesio fornendo i  cerchi da 16".
Citando Toretto, la Laser si brucia il quarto di miglio in 12 secondi, sfondando il muro dei 200km/h.
Una sola serie, declinata in vari allestimenti. Per un totale di 177 esemplari, di cui 112 in versione kit, La moto portata da Paolo però è un unicum nel suo genere.
E' l'unico esemplare della LASER S1, l'unica ad essere equipaggiata con unità GPZ 550.


1991 YB8 FURIANO
..e sotto il Maestrale ulra e biancheggia il mar..
E Furièn, quel vento che se arriva d'estate fa la gioia di quelli che in Romagna praticano il windsurf o il kite, ma che se fai il bagnino è meglio che inizi a correre per mettere a riparo lo stabilimento. Vento impetuoso, capace di creare in pochi secondi vere e proprie trombe d'aria, che non sono le vanterie dei bagnini di prima per capirci...
Quando venne presentata nel 1991 questa 1000 sconvolse per i valori di potenza massima, oltre 160cv.
Parente stretta della YB8, su questo modello si trova l'iniezione in luogo dei consueti carburatori, e un motore mappato ad hoc per tirare fuori dai 4 cilindri altri 20 conigli, cavalli, pardon..
La moto presente alla 200 Miglia di Imola però non è una Furano stock, ma allestita per correre dalla stessa Bimota Classic Parts: il motore è preparato con specifiche corsa, ciclistica YB4 superbike, carena in carbonio, viti in titanio e il magnesio che trova posto nei cerchi e nella cover alternatore. Se tutto ciò poi non dovesse bastare ci pensa Termignoni a far la voce grossa.
Per veloci benestanti: la Furano costava cara allora, ed oggi ancor di più visti i bassi numeri di produzione, poco più di 150 pezzi in tutto il mondo.

1991 YB10 
Altra interpretazione del 4 in linea di Iwata di 1002cc bialbero da 20 valvole.
I cavalli rispetto alla Furano sono 148, comunque tanti per l'epoca, considerato lo sviluppo degli pneumatici.
Rispetto però alla Furano ad alimentare il vorace 4 in linea ci pensano quattro carburatori Mikuni da 38mm.
Con una velocità di punta in grado di lambire i 280 km/h, copre i 400 metri in soli 10 secondi.
224 le unità prodotte.

1994 YB9 SR
La popolare.
E non è un demerito esserlo. L'alto numero di esemplari prodotti (651 pezzi) non ne ha comunque compromesso l'esclusività.
Prezzo? 20 milioni delle vecchie lire: quasi contenuto rispetto alla concorrenza, basti pensare infatti  alla 748SP che costava quasi 10 milioni in più.
104 i destrieri erogati dal motore Yamaha FZR600 HE3, che s'impegnano a portare in giro i 175kg della supersport romagnola.
E' stata la prima moto che ha accompagnato tutti i giorni Paolo nel tragitto Città della Pieve-Rimini durante i suoi anni in Bimota.
E' stata la moto che ha avvicinato tanti giovani centauri alla Bimota del nuovo corso.
Semplicemente intrigante nella sua carena monoscocca che avvolge codone serbatoio e cupolino, diventa ancor più seducente nella nuova livrea creata a regola d'arte da Paolo e Cristiano.

2007 BIMOTA TESI 3D CONCEPT
Solo 29 esemplari.
"Solo" 29000€ per una delle moto che ha riscritto i canoni di design in ambito motociclistico, già con la 1D dei primissimi anni 90.
Oggi più svestita, più snella e più audace mette in mostra sfacciatamente la sua meccanica a vista.
Un telaio ad Ω cesellato a regola d'arte, che contiene al suo interno un cuore desmodromico, il medesimo della Multistrada 1100 DS.
Dei 29 esemplari prodotti questa è la nr.007.
Dalla serie precedente differisce a colpo d'occhio per i nuovi forcelloni in traliccio, segno del nuovo corso stilistico della casa romagnola.
97 i cavalli per solo 168kg di peso.
Prezzo? Adeguato alla caratura del mezzo. Però potete sempre scrivere a Paolo, magari potrebbe pure pensare di venderla...
Paolo, sai che si è fatta una certa, e mi sa che una birra onesta non me la nega nessuno?
E comunque ti confermo, Sabato 13 Ottobre 2019 ore 16:30!
Gli Artigiani della Velocità, ti aspetto!

Anche Voi cari lettori, se non avete niente di meglio da fare, tipo: giocare a freccette, a biglie, rimorchiare, riparare danni precedentemente cagionati alla moto, Vi aspetto al mio convegno per parlare un po' di moto, della Romagna e degli anni andati.

 Nel frattempo, una media onesta, grazie!

Ci vediamo al box13 o al 13. Dipende da dove siete partiti!
PS: un ringraziamento a Saverio Livolsi per aver regalato a tutti gli amanti del marchio questa summa:
L'ERA D'ORO BIMOTA


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Protti Luca
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